‘Cartina di tornasole del degrado del carcere e della giustizia’, è l’opinione del vicepresidente dell’Unione delle camere penali, Renato Borzone, riguardo simili accadimenti. Ma sono soprattutto gli avvocati di Diana Blefari, uniti ai familiari, a far presenti l’allarmante clima in cui il fatto sembra collocarsi. “Se fosse stata accusata di un reato comune sarebbe stata curata, – hanno detto stamane, 2 novembre, in una conferenza stampa gli avvocati Cateria Calia e Valerio Spigarelli – ma l’entità dell’imputazione, terrorismo, ha fatto in modo che lo Stato non riuscisse a scindere tra potere punitivo e diritti di una persona”. C’è stato un errore, un vizio di fondo nelle diverse perizie. Un pregiudizio che ha fatto in modo che fosse valutata come brigatista e non come una persona malata bisognosa di cure”.
(Sandra Korshenrich)