ROMA – Circa 5000 tifosi hanno sfilato per le strade di Roma questa mattina per protestare contro la Tessera del Tifoso, strumento che divenendo obbligatorio il prossimo anno consentirebbe di seguire la propria squadra in trasferta solo ai possessori. Il punto cardine aspramente contestato da tifosi, ultras e buona parte di opinione pubblica e poltica è l’articolo 9 della Legge 41 del 2007 (Il Decreto Amato) secondo il quale non potranno avere il titolo di accesso allo stadio coloro i quali sono stati destinatari nel passato di una sentenza legata al mondo dello sport e dello stadio (con valore retroattivo, ovvero chi ha sbagliato – anche se ha già pagato – non entrerebbe comunque).
La partenza era fissata alle 10 in Piazza dell’Esqulino, di fronte alla Basilica di Santa Maria Maggiore, con una solo colore ed un solo motto “NO ALLA TESSERA DEL TIFOSO”, è stato infatti vietato a chiunque di portare vessilli del proprio gruppo e della propria squadra, consentite invece t-shirt bianche con la scritta anti-tessera davanti e la città di provenienza dietro.
La non facile dislocazione ed il raggiungemento del luogo da parte di oltre 300 gruppi provenienti da tutta Italia hanno permesso al corteo di mettersi in marcia solamente alle 11. In testa un camioncino con gli organizzatori (facilmente riconoscibili dalla fascetta rossa legata sul braccio) e lo striscione “SE I RAGAZZI SONO UNITI NON SARANNO MAI SCONFITTI” motto ripreso dalla band musicale degli “Sham 69”. Di seguito molti striscioni contro la Tessera e più in generale lo scellerato modo di gestire le manifestazioni sportive in Italia da ormai 5-6 anni, con il conseguente calo di spettatori e passione negli stadi nostrani.
Dicevamo, presenti tantissime rappresentanze del tifo italico, da Nord ed in particolar modo da Sud, dove spiccavano i ragazzi di Cava de’ Tirreni e Taranto, assenti invece molte curve di Serie A (come Bergamaschi e Milanisti) in disaccordo con la modalità di manifestazione, indesiderati altri come i Fiorentini da tempo dichiaratamente collaboratori della questura gigliata.
A tre giorni di distanza non sono mancati ovviamente cori in memoria di Gabirele Sandri e contro l’assassino Spaccarotella, è stata tuttavia una maniera per dimostrare che la quasi totalità delle dicerie che i media ci propinano sul mondo delle curve sono per lo più fandonie e preconcetti. Ricordato a gran voce anche Stefano Cucchi morto in carcere poche settimane fa in circostanze a dir poco sospette.
Il corteo, che si è colorato di tantissimi fumogeni e torce, è contunuato in Via Cavour per poi virare via in Via dei Fori Imperiali passando davanti al Colosseo, infine costeggiando il Circo Massimo ha raggiunto la Bocca della Verità dove al centro della piazza si è attrezzato un palco sul quale sono saliti diversi personaggi del mondo politico solidali con la dimostrazione e gli avvocati che da mesi portano avanti la battaglia sul fronte legale.
I primi ad intervenire, dopo l’Avvocato Adami di Udine, che ha ringraziato tutti per la civiltà con la quale si è svolta la manifestazione, sono stati proprio dei personaggi “Istituzionali” come Alessandro Cochi (assessore delegato allo Sport del Comune di Roma), Paolo Cento dei Verdi, Marco Perduca e Mario Staderini dei Radicali tutti d’accordo sull’incostituzionalità dell’articolo 9, definito “non solo una legge degna del miglior stato dittatoriale ma anche un vero e proprio esperimento da applicare in futuro sulla società civile, come è già avvenuto per altre leggi speciali applicate inizialmente in ambito sportivo“.
In chiusura spazio dedicato agli avvocati Spadafora, Contucci e Maggi che assieme ad Adami da mesi hanno formato un vero e proprio “pool” per contrastare giuridicamente l’entrata in vigore della Tessera. Hanno invitato tutti i giornalisti presenti a riportare nelle proprie testate la verità su questa giornata riassunta in questo dibattito, non limitandosi a scrivere di petardi e violenze (perlatro inesistenti) tanto per seguire la propria linea editoriale.
La manifestazione si è conclusa con i tifosi che hanno lasciato la piazzai in maniera tranquilla ed ordinata.
Questo il testo della comma 1 dell’Articolo 9 contenuto nella la Legge 41 del 2007:
1. È fatto divieto alle società organizzatrici di competizioni riguardanti il gioco del calcio, responsabili della emissione, distribuzione, vendita e cessione dei titoli di accesso, di cui al decreto del Ministro dell’interno in data 6 giugno 2005, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 150 del 30 giugno 2005, di emettere, vendere o distribuire titoli di accesso a soggetti che siano stati destinatari di provvedimenti di cui all’articolo 6 della legge 13 dicembre 1989, n. 401, ovvero a soggetti che siano stati, comunque, condannati, anche con sentenza non definitiva, per reati commessi in occasione o a causa di manifestazioni sportive.
Simone Meloni