Il comandante dei RIS Luciano Garofano si congeda

garofanoIl colonnello Luciano Garofano ha sabato rassegnato le dimissioni da Comandante del RIS di Parma.

Cinquantaseienne, biologo e professore universitario, doveva la sua notorietà alla soluzione di casi come quello di Novi Ligure, ovvero dei due fidanzatini Erika e Omar che  avevano ucciso la madre e il fratellino di lei, a cui fecero seguito le indagini sul delitto di Novi Ligure, quindi Cogne, quando riuscì a dimostrare in maniera schiacciante la colpevolezza di Anna Maria Franzoni attraverso l’esame BPA, ovvero l’analisi delle macchie di sangue sulle pareti e il pigiama dell’accusata. Passando per l’assassino di Tommaso Onofri e la strage di Erba, fino all’attualissimo delitto di Garlasco, è lunga la lista dei casi in cui Garofano ha messo a disposizione le sue conoscenze scientifiche per l’analisi di prove e risoluzione di enigmi.

La notorietà raggiunta ha, come spesso accade, tirato con sé anche  invidie e antipatie e conseguenti indagini a suo carico. Il principale “avversario” prende forma nell’avvocato Carlo Taormina che attraverso un esposto presentato alla procura militare di Roma, imputava allo stesso Garofano un uso improprio del materiale e personale dell’Arma durante l’orario di ufficio e per consulenze da privato.

L’indagine, avviata dalla procura di Parma, aveva portato nel mese di ottobre ad una prima perquisizione, nella quale non era stato individuato alcun reato; poi lo scorso 11 novembre, la Guardia di Finanza  si era introdotta negli uffici del RIS di Parma e aveva sequestrato i documenti relativi alle consulenze svolte dal colonnello dal 2002 al 2009. Le accuse sono di falso ideologico, peculato e abuso d’ufficio.

Dopo 14 anni trascorsi a capo del Reparto di investigazioni scientifiche, Luciano Garofano  si mette a lavorare in proprio e metterà a disposizione le sue conoscenze per la risoluzione dei delitti che si consumano sulla nostra penisola in maniera privatistica.

Domenica Nolè