“Qualche volta vi pesa essere qui? C’é qualcuno che ve lo fa pesare? O qualche volta c’é qualche stronzo che dice qualche parola di troppo? […] Uso questa parola perché se qualcuno dice che siete diversi la parolaccia se la merita: voi la pensate io la dico”.
Si è rivolto così, il Presidente della Camera, ai suoi giovani ascoltatori immigrati, i bambini e i ragazzi del centro “Semina”.
Parole pesanti, destinate, ancora una volta, a rendere più profondo il solco che rischia di spaccare la maggioranza.
Non è un mistero che la Lega sopporti sempre più malvolentieri le uscite dei “finiani”, che solo tre giorni fa avevano firmato con l’opposizione una proposta di legge per il voto nelle elezioni amministrative agli immigrati.
I primi a rispondere, sul fronte padano, sono stati Borghezio e Calderoli che, senza usare troppi giri di parole, ha fatto notare come “E’ una stronzata, per usare il linguaggio di Fini, illudere gli extracomunitari che il nostro é il Paese di ‘Bengodi’ […] e non è dando il voto che si risolvono i problemi dell’ integrazione”.
Si sa che l’integrazione made in Lega prevede, al contrario, il “White Christmas“, proposto dal sindaco di Coccaglio che ha fatto sapere che “nel suo paese non ci sono problemi di sicurezza” tuttavia le feste natalizie sono la giusta occasione per “far piazza pulita” di tutti gli immigrati residenti nella zona.
Pulizia etnica.
Nel frattempo, sul fronte dell’opposizione, la prima replica a Fini arriva da Paolo Ferrero (Federazione della Sinistra) che, in una breve agenzia, ha detto di trovarsi “molto d’accordo con Fini che considera uno stronzo chi discrimina i migranti. Sta evidentemente parlando della sua maggioranza. Dovrebbe però ricordarsi che la legge Bossi Fini è all’origine delle discriminazioni perché ha reso pressoché impossibile l’ingresso legale degli immigrati in Italia costringendo centinaia di migliaia di persone alla clandestinità”.
A questo proposito, a margine dell’incontro al centro “Semina”, il Presidente della Camera ha dichiarato che “sostanzialmente” condivide “oggi come allora la filosofia della legge” e apporterebbe solo un “paio di modifiche” per quanto riguarda la durata del periodo concesso per trovare un posto di lavoro e le modalità di rinnovo del contratto di soggiorno.
Una nota “storica” per chiudere: già nel 2003, con l’allora Berlusconi II, Fini propose di concedere il voto amministrativo agli immigrati.
Ipotesi naufragata di fronte all’aut aut della Lega, che minacciò il ricorso alle elezioni anticipate.
Mattia Nesti