“L’esecutivo farà la sua parte” ma la condizione è che “torni a crescere” la produzione auto in Italia. E’ un braccio teso con riserva quello che il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola tende verso le organizzazioni sindacali dei dipendenti Fiat di Termini Imerese riunite oggi a Roma.
“Domani abbiamo l’incontro con Fiat – ha spiegato Scajola – e con lo spirito di collaborazione che ha sempre contraddistinto i nostri rapporti puntiamo a una collaborazione che porti all’aumento della produzione delle auto in Italia”. Il Governo, ha aggiunto il ministro “in passato ha fatto sempre la sua parte per aiutare lo sviluppo delle imprese e la Fiat, più volte e in più occasioni, ha concordato con il Governo piani di sviluppo che prevedevano risorse pubbliche”.
Al termine dell’incontro, il segretario generale della Uilm, Antonino Regazzi ha confermato le valutazioni del ministro Scajola: “In Italia – ha detto – si producono meno auto rispetto agli altri Paesi europei e, data questa situazione, bisogna cercare di tornare a produrre più auto per essere competitivi”. “Con l’attuale produzione italiana di 600 mila vetture all’anno – ha continuato Regazzi – a rischio di sopravvivenza non è solo lo stabilimento Fiat di Termini Imerese, ma anche quello di Pomigliano“.
Enzo Masini della Fiom ha invece spiegato il momento di difficoltà degli operai italiani alla luce delle recenti manovre economiche avviate da Fiat oltreoceano: “L’accordo con Chrysler – ha detto Masini – non si può far pagare alla produzione italiana”.
Atteso per domani l’incontro del Governo con l’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Merchionne, alla ricerca di un terreno comune su cui edificare nuove speranze per i dipendenti Fiat.
Maria Saporito