Si chiama Massino Ciacimino l’uomo che, insieme al pentito Gaspare Spatuzza, “ruba” il sonno al premier Silvio Berlusconi e al senatore Marcello Dell’Utri. Interrogato ieri dalla Procura di Caltanissetta per più di due ore, il più giovane dei figli di Don Vito (ex sindaco palermitano condannato per mafia) ha fornito nuove comprommettenti rivelazioni sui presunti contatti tra Berlusconi e dell’Utri e la mafia siciliana.
Secondo Ciancimino jr, infatti, tra gli anni ’70 e ’80 due costruttori mafiosi: Antonio Buscemi (deceduto in carcere) e Franco Bonura (condannato a 20 anni) avrebbero “fatto grossi investimenti nella Edilnord“, la società fondata nel 1963 da Silvio Berlusconi per costruire Milano 2. Non solo. Il lungo interrogatorio ha anche permesso ai magistrati di ottenere maggiori precisazioni sui “pizzini” consegnati nei giorni scorsi dal figlio di Ciancimino.
Si tratta di tre biglietti dattiloscritti da Bernardo Provenzano e inviati a Don Vito in cui il boss scrive: “Caro ingegnere (era questo l’epiteto che Provenzano riferira all’ex sindaco di Palermo, ndr) – ho ricevuto la “ricetta”, ci dobbiamo incontrare nel solito posto, al cimitero, per chiarire alcune cose… Abbiamo parlato con il nostro amico senatore per quella questione, hanno fatto una riunione e sono tutti d’accordo”.
Su chi possa essere l’amico senatore cui Provenzano fa riferimento, Massimo Ciancimino ha pochi dubbi. Si tratterebbe infatti di Marcello Dell’Utri, mentre la “ricetta” indicata dal boss nel pizzino, altro non sarebbe se non la richiesta da parte della mafia di coinvolgere attori politici nella definizione di nuove misure giudiziarie più “morbide” nei confronti dell’organizzazione criminale. La prova, insomma, di un ponte ben cementato tra la Sicilia e la politica rappresentata dal senatore Marcello Dell’Utri e dall’allora “astro nascente” Silvio Berlusconi.
Maria Saporito