Il governo marrocchino, su ordine del re Mohamed VI, ha rifiutato le richieste del governo spagnolo di concedere un passaporto marrocchino all’attivista sahariana Aminetu Haidar, espulsa dal suo paese il 14 novembre scorso. Haidar, che da anni lotta in maniera pacifica per l’indipendenza del Sahara Occidentale dal Marocco, non sembra volere terminare lo sciopero della fame, iniziato il 16 novembre nell’aeroporto di Lanzarote (Canarie).
Il caso che ha commosso Spagna intera, rischia di provocare “frizioni” fra i due paesi. Il governo marrocchino in un comunicato ha rifiutato “qualsiasi intervento straniero nel caso Haidar“, affermando, inoltre, di “non voler cedere al ricatto dell’attivista, il cui compartamento è una provocazione e una sfida alle autorità marrocchine”. Il ministro degli esteri spagnolo, Miguel Angel Moratinos, aveva offerto a Haidar la cittadinanza spagnola, ma la donna si è rifiutata perché “non vuole essere una straniera nel suo paese”.
Haidar è la più famosa attivista del Sahara Occidentale e da anni lotta perchè sia riconosciuta l’indipendenza del suo paese, ex-colonia spagnola, ceduta al Marocco secondo gli accordi di Madrid del 1975. È quanto mai probabile, a questo punto, che il governo spagnolo chieda l’intervento del segretario delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, o degli Stati Uniti, che hanno mostrato la loro preoccupazione per le condizioni di salute della donna.
Le autorità marrocchine hanno, inoltre, diffuso un comunicato in cui relazionano il Frente Polisario, il movimento politico e militare che lotta per l’indipendenza del Sahara, al rapimento dei tre cooperanti spagnoli di una ONG, sequestrati in Mauritania nei giorni scorsi. Il collegamento sembra privo di fondamento dato che sembra più che probabile che dietro il sequestro ci sia la mano di AlQuaeda.
Annastella Palasciano