Disabile mentale condannato a morte in Texas

Il frontespizio di un'antica edizione dell'opera dei delitti e delle Pene, di Cesare Beccaria
Il frontespizio di un'antica edizione dell'opera Dei delitti e delle Pene, di Cesare Beccaria

E’ morto ieri, 4 novembre, in Texas Robert Woods, cittadino bianco 44enne portatore di grave ritardo mentale. Uccisore nel 1997 di una bambina di 11 anni, ha visto per lungo tempo in forse la sua condanna alla pena capitale, dal momento che era stata riconosciuta la sua infermità di mente.

La Corte Suprema nel 2002 non si sentì di risolvere il quesito se si possa condannare alla pena capitale una persona insana di mente. La domanda è difficilissima anche in considerazione del fatto che evidentemente il problema è piuttosto raro, in confronto al numero di omicidi commessi da persone che, invece, con la testa stanno benissimo.

Inoltre, è da considerare che la problematica è spinosa e molto (troppo) delicata perchè piuttosto inaffrontabile anche in generale, riguardo a persone “normali”.

Se sul problema giudiziario della liceità della pena di morte in Italia si è ormai scelto, sicuramente in via definitiva ed incontrovertibile, di aborrire la pena capitale, in Usa soltanto 15 stati non la ammettono.

E’ da ricordare che nel “bel Paese” una lunga storica tradizione di pensiero, che parte da Cesare Beccaria, per citare solo il caso più noto, fino alla totalità dei giuristi dei nostri giorni, non consente di ammettere mentalmente nella cultura generale la possibilità da parte di organi dello Stato di farsi promotori della morte di un individuo, essenzialmente per la schiacciante responsabilità che deriva dal carattere di irreversibilità di un tale tipo di pena.

Sandra Korshenrich