Un milione dicono gli organizzatori, 90mila risponde la Questura. Guerra dei numeri a parte, il corteo che ha attraversato ieri le strade di Roma era veramente imponente: Piazza San Giovanni era stracolma di gente quando la coda del lungo serpentone era ancora all’altezza dell’Esquilino. Superate tutte le più rosee previsioni, battuti anche i grandi numeri dei concertoni del Primo Maggio, l’unica grande manifestazione che si tiene sempre a San Giovanni.
Sul fronte delle opposizioni, passata la “sbornia” della piazza di ieri, oggi, un pò per tutti, è tempo di bilanci.
Dal Partito Democratico, grande assente della manifestazione, arrivano segnali discordanti. Rosy Bindi, vicepresidente del partito, accolta ieri con un’ovazione dal corteo, ha detto che da oggi “l’opposizione sarà più forte” e che “noi qui ci siamo ma non ci mettiamo il cappello”.
La scelta di andare, condivisa anche da Franceschini e Marino, era stata fortemente criticata, all’interno del partito, soprattutto dagli esponenti dell’area degli ex-popolari, come il lettiano Francesco Boccia e Follini ha polemicamente chiesto “ma il congresso lo abbiamo fatto o lo dobbiamo ancora fare? Sarà il caso di rispondere”.
Il segretario Pier Luigi Bersani è intervenuto oggi per rivendicare la scelta di non andare: “Sono convinto della nostra scelta […] il compito del partito – ha aggiunto al Tg3 – è adesso quello di mettere in comunicazione le energie nuove viste ieri al No B day”.
L’Italia dei Valori, che ieri per bocca di Di Pietro aveva criticato direttamente dalla piazza l’atteggiamento del Partito Democratico, si è detta fortamente compiaciuta per il risultato della manifestazione, cui aveva aderito formalmente.
“Centinaia di migliaia di giovani e di famiglie – ha detto Felice Belisario – hanno sfilato in maniera determinata ma pacifica. Da ieri fare opposizione in Parlamento e nel Paese sarà più facile”.
Grande ottimismo anche in casa della neonata Federazione della Sinistra (Rifondazione, Comunisti Italiani, Socialismo2000, Lavoro & Solidarietà), inaugurata ieri mattina in un Teatro Brancaccio stracolmo di migliaia di persone, che aveva partecipato attivamente all’organizzazione della manifestazione. “Penso che di 800 pullman – ha detto Paolo Ferrero – la Federazione ne avrà organizzati almeno 400, ma senza mettere il cappello…abbiamo fatto un “catering democratico”.
Effettivamente, superata la testa del corteo aperta dall’onda viola che reggeva lo striscione “Berlusconi dimissioni”, tutto il resto del corteo era pieno di bandiere rosse della Federazione, non solo nel partecipato spezzone organizzato dalle giovanili dei partiti comunisti.
La Federazione intanto, nell’assemblea fondativa della mattina, ha annunciato, per i prossimi mesi, tre referendum per l’abrogazione della Legge 30 che introdusse il precariato, soprattutto fra i giovani, contro il ritorno al nucleare e per l’acqua pubblica, contro il progetto di privatizzazione del Governo.
Mattia Nesti