Gianluigi Buffon tiene duro. Il portiere della Juventus e della Nazionale, dopo l’eliminazione dalla Champions League susseguente al k.o. contro il Bayern Monaco, ha deciso di resistere per stare vicino alla squadra nel momento più delicato dalla risalita dalla serie B ad oggi. Prima c’è da affrontare la delicata trasferta di Bari, sabato sera. In poche parole: prima il dovere, poi il “piacere”. O, quanto meno, prima gli interessi della squadra, poi quelli personali. Domenica mattina sarà poi operato al menisco esterno del ginocchio sinistro dal dottor Flavio Quaglia alla clinica Fornaca di Torino, lo stesso che l’ha operato alla spalla destra il 17 agosto del 2005. Quell’intervento lo tenne lontano dai campi per tre mesi e portò in bianconero Christian Abbiati, prestato ai bianconeri dal Milan per un anno a titolo gratuito dopo l’infortunio nel trofeo Berlusconi in un contrasto con Riccardo Kakà. Questa volta l’operazione lo terrà fuori 30/40 giorni. Gianluigi Buffon, dunque, saluterà i compagni e il tecnico e darà loro appuntamento nel 2010, sperando di trovare la squadra in migliori condizioni di salute. Sia psicofisica che mentale. Un intervento programmato da mesi perché il portiere convive da tempo con questo problema, anche se lo ha rivelato soltanto ad inizio ottobre, durante il ritiro con la Nazionale. Aveva accusato da tempo dei piccoli fastidi, ma da vero superman aveva stretto i denti e li aveva superati. Ora non sente più dolore perché il piccolo frammento di menisco si è frantumato con il movimento e questo gli ha permesso di tenere duro ed essere sempre a disposiozione di mister Ferrare. La Juventus, contro il Bari, potrà dunque contare sul decisivo apporto di Buffon ma dovrà fare a meno di Chiellini, out ancora per 15 giorni circa a causa di una distrazione muscolare alla coscia destra, e di Sissoko, vittima di una distrazione muscolare di primo/secondo grado all’adduttore lungo della gamba sinistra. La stessa coscia e analogo problema che lo aveva costretto all’ultimo stop. Per il franco-maliano sono previsti 40 giorni di stop. Intanto stamane a Vinovo c’è stata la tanto attesa lavata di capo da parte di Ciro Ferrara: tutti presenti, nessuno escluso. Il tecnico ha tenuto a rapporto la squadra per ben dieci minuti prima di cominciare l’allenamento odierno, sostenuto come sempre nel centro di Vinovo. Un duro discorso per mettere tutti quanti di fronte alle proprie responsabilità. Tutti colpevoli nella più clamorosa delle eliminazioni dalla Champions League. La squadra ha lavorato sotto gli occhi attenti di Alessio Secco. Semplice defaticante più supplemento in palestra per chi ha giocato ieri sera contro il Bayern Monaco. Per gli altri seduta completa, con carichi di lavoro in vista della sfida di Bari. Marchisio, Sissoko e Buffon, subito dopo il faccia a faccia con Ferrara, si sono rifugiati in palestra, mentre gli altri sono rimasti sul campo, al freddo e al gelo di Vinovo. Temperatura glaciale patita pure dai carabinieri che, a bordo di tre volanti, hanno protetto il fortino bianconero e hanno fatto da scudo all’eventuale contestazione da parte dei tifosi, dopo quella feroce e veemente di ieri sera. La protesta, però, ha disatteso le attenzioni dei militari dell’Arma, che hanno dovuto vedersela soltanto con il Dio del ghiaccio. O i tifosi si sono ormai rassegnati ad una stagione di sofferenza. Oppure, dando ascolto a Jean Calude Blanc, hanno deciso di stare vicino alla squadra. Nel bene e nel male. Finchè “fine-stagione” non li separi.
Andrea Bonino