Nella giornata di ieri Paolo Ferrero, in qualità di coordinatore della Federazione della Sinistra, aveva reso pubblica una lettera aperta rivolta a tutti i segretari dei partiti di opposizione, per chiedere di coordinare “un azione comune” per far fronte “all’emergenza democratica” aggravatasi in seguito alle dichiarazioni di Berlusconi contro la magistratura, il Presidente Napolitano e la Costituzione.
“Dopo aver attaccato la sovranità del Parlamento, – si legge nella lettera – riducendone persino la funzionalità; dopo aver ridotto tutte le autonomie, di fatto Berlusconi annuncia la sospensione dei diritti costituzionali; è questo, infatti, il significato vero del brutale assalto alle istituzioni di garanzia. Questo si accompagna ad una sistematica azione di aggressione alle organizzazioni sindacali e sociali che esercitano il loro ruolo in autonomia ed indipendenza”.
Pur senza citare la proposta della Federazione della Sinistra, questa mattina il leader dell’Udc Casini si è espresso a favore di un “fronte democratico”, in caso di elezioni anticipate, per impedire a Berlusconi di trasformare la Repubblica in una monarchia. “Io mi auguro che questa partita non si giochi” ha aggiunto il leader centrista, ma in caso di elezioni il premier “avrà una risposta dura, netta e univoca. E ci saranno sorprese”.
Naturalmente il riferimento, abbastanza esplicito, e a Fini, cui Casini (come Rutelli) si è avvicinato particolarmente negli ultimi tempi e che, dopo l’ultimo botta e risposta sulle dichiarazioni di Bonn, si troverà sicuramente costretto a scegliere se rimanere nel PdL accettando, almeno fino alla fine della legislatura, i diktat di Berlusconi o rompere definitivamente.
“Credo che non sia giusto, quando si rappresenta l’Italia all’estero, – ha detto il Presidente della Camera trincerandosi dietro un “no comment” – esprimere dichiarazioni relative alle vicende della politica interna del nostro Paese
Il Partito Democratico, tirato in ballo direttamente sia dalla Federazione della Sinistra che da Casini, non ha ancora espresso una propria posizione, mentre Di Pietro, già ieri, ha parlato del “rischio concreto che milioni di cittadini esasperati facciano saltare il banco”, perché Berlusconi “va mandato a casa“.
Non è ancora chiaro, nell’ipotesi di fronte democratico proposto da Casini, come si dovrebbe comportare una simile coalizione in caso di vittoria in ipotetiche elezioni anticipate, dato che, nel centro-sinistra, nessuno ha voglia di offrire una riedizione della grande ammucchiata del Governo Prodi, con Mastella e Dini che, prima di passare al PdL, impedirono qualsiasi concreta svolta politica.
La Federazione della Sinistra, dopo aver lanciato il sasso, ha precisato i termini della “alleanza” proposta: costituire “l’unità di tutte le opposizioni sul piano elettorale per battere Berlusconi e per approvare una legge elettorale alla tedesca” che, pur mantenendo uno sbarramento, prevede il ritorno al sistema proporzionale, rompendo così gli schemi del bipolarismo e del maggioritario che permettono a Berlusconi di minacciare la democrazia anche senza il consenso della maggioranza degli italiani.
E’ essenziale – aggiunge Ferrero sull’Unità – “identificare la coalizione, non coincidente, che si candida a governare: Bersani con Casini ma senza di noi”.
In sintesi: accordo delle opposizioni per ristabilire le regole democratiche escluso, è esclusa un’intesa con Casini sulle politiche sociali ed economiche da attuare per uscire dalla crisi.
Mattia Nesti