Golf- l’ombra del doping su Tiger Woods

Woods AccidentE’ sicuramente il periodo più buio nella vita di Tiger Woods. Il campione di Golf, dopo una fulgida carriera che l’ha portato ad incassare un miliardo di dollari, primo atleta della storia a riuscirci, ora deve disintossicarsi dalla fama e dai soldi e deve ripulire la sua immagine. Dopo l’incidente in macchina e l’ammissione di relazioni extraconiugali, ha dovuto assumersi le proprie responsabilità e affrontare l’ira della moglie Elin, che ha lasciato il loro nido d’amore a tempo indeterminato. Poi ha visto spuntare amanti come funghi. In ogni luogo. In ogni dove. Tre amanti all’inizio, presunte o reali, alla ricerca di pubblicità o meno, ma pur sempre amanti. Rachel Uchitel, 34 anni, party-girl; Kalika Moquin, 27 anni, affittata a Las Vegas e Jamie Grubbs, 24 anni, cameriera di cocktail. Ma la lista, nei giorni successivi, si è allungata sempre di più e si è parlato anche di una spesa di 45 mila euro in un anno per ingaggiare prostitute. Negli stessi giorni anche il malore della suocera, il conseguente ricovero in ospedale e gli sponsor che fanno a gara per stracciare i contratti con la “Tigre”, non più meritevole dopo i “fattacci” a luci rosse. Prima la Pepsi Cola, poi Gatorade e infine la Gillette. Dulcis in fundo, come un fulmine a ciel sereno, ci mancava pure l’ombra del doping. Il sospetto viene dal fatto che Anthony Galea, 50enne medico canadese, è stato arrestato ed è sotto indagine dell’Fbi e della polizia canadese, perchè sospettato di aver somministrato ai propri pazienti l’ormone della crescita e altre sostanze proibite. E che c’entra questo “camice bianco” con Tiger Woods? C’entra, c’entra eccome. Oltre a diversi giocatori Nfl e alla nuotatrice Dara Torres, tra i suoi pazienti Galea annovera anche il campione del Golf. Il medico è diventato una celebrità tra gli sportivi d’oltre oceano per le sue tecniche innovative, le sue terapie a base di plasma arricchito di piastrine che hanno accelerato i recuperi dopo operazioni chirurgiche o evitato ai suoi pazienti di finire sotto i ferri. Secondo una fonte anonima del New York Times a fine settembre l’assistente del medico canadese sarebbe stata fermata al confine tra Usa e Canada con a bordo della sua macchina sostanze proibite (ormone della crescita e Actovegin, farmaco ricavato da sangue di vitello il cui uso negli Stati Uniti è illegale e che la Wada tiene d’occhio da un decennio). Il 15 ottobre scorso il medico sarebbe stato poi arrestato e interrogato a Toronto, grazie anche alla stessa assistente, che ora collabora all’idagine. Galea ha cercato di findersi dicendo che l’ormone della crescita era per uso personale, ma le autorità hanno sequestrato anche il suo computer portatile. Al suo interno, come nei migliori film polizieschi, informazioni sulla cura di diversi atleti professionisti con pratiche illecite. Venerdì il dottore comparirà davanti a un giudice canadese con l’accusa di aver pubblicizzato e venduto farmaci non approvati e per associazione a delinquere. E qui cominciano i guai per Tiger Woods e gli altri assistiti. Galea, chiamato dall’agente dell’ex re del golf, preoccupato dal ritardo nel recupero dall’operazione al ginocchio a cui Woods si sottopose nel giugno 2008, tra febbraio e marzo 2009 fece visita al golfista per ben quattro volte per sottoporlo al suo trattamento a base di plasma arricchito. Tiger si riprese in fretta e tornò a vincere sul green, rivitalizzato da tale cura. I due avrebbero dovuto rivedersi ad ottobre, “ma poi è cominciata l’indagine”, ha detto Galea stesso. La difesa è certa che riuscirà a dimostrare l’innocenza del medico. Ma nel frattempo l’immagine di Tiger Woods, che ha ormai abbandonato il green e appeso le mazze al chiodo nella speranza di un ritorno futuro (e soprattutto per tentare di salvare il matrimonio con la moglie Elin), è sempre più infangata. La peggior fine per un atleta mondiale. Il peggior declino che ci si poteva immaginare. Il Dio del Golf non c’è più, ha toccato il fondo e sta pure cominciando a scavare. La Tigre non ha più le unghie per graffiare. Ora è soltanto più un gattone da appartamento.

Andrea Bonino