Bomba a Milano: diffuso il volantino che rivendica l’azione

jpg_1806581Gli inquirenti hanno reso pubblico il contenuto del volantino con cui un gruppo anarchico, fino ad oggi sconosciuto alla Digos, avrebbe rivendicato, tramite la redazione di “Libero”, l’esplosione (avvenuta solo parzialmente) dei tre chili di dinamite piazzati in un corridoio dell’Università Bocconi di Milano, con lo scopo di danneggiare, stando alle parole degli inquirenti, la struttura ma non le persone.

“16 Dicembre ore 3.00 AM
Milano
2Kg di dinamite porteranno rivolta e distruzione
Chi non terrorizza si ammala di terrore
Abbiamo scelto di colpire dove meno ve lo aspettate
In una fredda notte d’inverno il fragore di un’esplosione illlumina la parola solidarietà, che torna al suo giusto significato concretizzandosi nell’attacco ad un avamposto del dominio, dove si formano i nuovi strumenti ed apparati del capitale, dove si affilano le armi che taglieranno la gola agli sfruttati. L’indignazione morale per la costruzione di sempre nuovi campi di concentramento nel “civilissimo” occidente di inizio ventunesimo secolo, si trasforma in azione. Non coltiviamo eroismi, con questa nostra azione condividiamo semplicemente i rischi che sorelle e fratelli migranti vivono quotidianamente sulla loro pelle. Che la paura cambi di segno, siano i ricchi e i potenti a tremare, noi a ballare.
CHIUDERE SUBITO I CENTRI D’IDENTIFICAZIONE ED ESPULSIONE O INIZIERA’ A SCORRERE IL SANGUE DEI PADRONI

Sorelle in armi – Nucleo Mauricio Morales/FAI”.

Mauricio Morales era un ventisettenne anarchico cileno, morto lo scorso maggio mentre tentava di far esplodere un ordigno presso la scuola della Gendarmeria (polizia peninteziaria) a Santiago del Cile.
In diversi portali anarchici sono presenti alcune sue citazioni, come “In fin dei conti non potrà esserci alcun tipo di libertà, se colui che ama la libertà riconosce qualcosa di superiore, qualcosa che è fuori da se stesso, si chiami Stato, democrazia, partito politico. Per me le sigle e i dirigenti sono una questione obsoleta ed il capitalismo è totalmente contrario alla libertà”.

In merito ai Centri di Identificazione e ai Centri di Permanenza Temporanea, attorno a cui ruota tutta la rivendicazione delle “Sorelle in armi”, si deve segnalare l’esplosione di una busta contenente polvere pirica e recapitata al CIE (Centro di Identificazione e Espulsione) di Gradisca d’Isonzo (Gorizia).
L’attentato, che non ha causato danni a persone o cose, non è stato rivendicato.
Negli scorsi mesi il CIE era già stato protagonista di rivolte da parte degli immigrati presenti nella struttura, spesso ammassati in condizioni disumane, con la Polizia che era intervenuta a più riprese per riportare la calma.

Mattia Nesti