Roma, 16 dicembre. YouTube non ha diritto di sfruttare economicamente la pubblicazione da parte dei suoi utenti di clip distillate dalla trasmissione Il Grande Fratello 10. YouTube deve provvedere autonomamente alla rimozione di tutti i video postati dagli utenti, tutti i contenuti che contengano immagini statiche o dinamiche della trasmissione, dagli estratti del programma passando per i servizi giornalistici e per i mashup creati dai cittadini della rete.
Lordinanza della nona sezione civile del Tribunale di Roma, nel quadro del contenzioso in atto tra RTI e la piattaforma di sharing, parla chiaro: il Grande Fratello non deve trovare spazio su YouTube, YouTube trae frutto dai contenuti che consente ai suoi utenti di pubblicare e per questo non può esimersi dal ruolo editoriale del controllo. È stato riconosciuto – annuncia Mediaset – il diritto dautore degli editori anche su Internet. Faremo ricorso, promette Google.
Lordinanza, annotata, è stata resa pubblica attraverso il sito di TGCOM: il Tribunale reagisce alla richiesta da parte di RTI di un provvedimento cautelare. Una richiesta circostanziata per quanto attiene la trasmissione ma non declinata in espliciti riferimenti ai contenuti postati dagli utenti: RTI si riferisce a tutte le immagini delledizione del reality show Il Grande Fratello in onda in questa stagione televisiva. Ci sono utenti di YouTube che fanno rimbalzare sulla piattaforma di sharing ogni minuto di trasmissione, RTI ne ha rilevato la pubblicazione sistematica con una perizia svolta tra il 26 e il 27 ottobre: si tratta, secondo le analisi di Mediaset, di oltre 542 minuti di emesso, visionati un totale di 1.202.651 di volte.
RTI ha chiesto al tribunale di emanare un provvedimento durgenza in cui si intimasse alla Grande G la immediata rimozione dai propri server e la conseguente immediata disabilitazione allaccesso di tutti i contenuti riproducenti – in tutto o in parte – sequenze di immagini fisse o in movimento relative al programma il grande fratello. Dovrebbe altresì essere inibito il reiterarsi della violazione. Il tribunale ha accolto entrambe le richieste e ha passato la palla a Google. RTI chiedeva inoltre diecimila euro per ogni minuto di trasmissione riversata dai cittadini della rete sui server di YouTube, 10mila euro per ogni giorno di ritardo nellesecuzione del provvedimento. Il tribunale ha in questo caso temporeggiato: sarebbero in corso delle trattative, spiega il giudice, non appare opportuno, allo stato, fissare la penale richiesta per leventuale ritardo.
Manuela Vegezio