Un battello con a bordo 18 turisti inglesi è affondato al largo delle coste di Sharm el Sheikh, notissima località turistica egiziana, meta di decine di milgiaia di turisti ogni anno e in ogni stagione. Secondo le prima notizie, le ricerche sarebbero, come è molto probabile ancora in corso. Lo scorso 19 novembre avvenne un episodio analogo, ma questa volta i malcapitati turisti erano spagnoli; due di essi non ce la fecero e il ritrovamento dei corpi non è ancora avvenuto,questo molto probabilmente per colpa delle forti correnti presenti in quel tratto di mare.
Auguriamo prima di tutto ai turisti inglesi vittime della disavventura odierna migliore fortuna, ma detto questo va fatta una riflessione sul motivo di due episodi così simili e così vicini nel tempo.
Sicuramente Sharm è una località turistica sensazionale: le strutture alberghiere sono dei veri e propri villaggi dove si viene coccolati dal primo all’ultimo giorno. Altrettanto sicuramente il mare e le spiagge hanno pochissimo da invidiare al resto delle località balneari più famose disperse in ogni parte del mondo.
E allora come mai capitano questi episodi dovuti, possiamo immaginare, all’incuria dei mezzi o del personale che li guida? come è possibile? Se c’è una cosa che ai villaggi turistici egiziani non manca questa è sicuramente “la moneta”. Considerando il costo della vita medio in Egitto , compreso della fornitura di servizi alle varie strutture e rapportandolo col costo medio di una vacanza di una settimana, si può azzardare l’ipotesi che i soldi per mantenere in piena efficienza i mezzi utilizzati per le gite turistiche dovrebbero essere più che disponibili.
Bisognerebbe anche che i responsabili di questi servizi pensassero ad un eventuale ritorno pubblicitario negativo, dovuto al ripetersi di episodi uguali in tempi così brevi.