
Una nuova tecnologia che dovrebbe permettere di individuare il materiale pedopornografico che circola su internet, battezzata PhotoDNA, è stata donata da Microsoft al National Center for Missing & Exploited Children.
La tecnologia, sviluppata da Microsoft Research, è stata messa a punto da Hany Farid, per aiutare il governo nella lotta contro la diffusione di immagini pedopornografiche online. Dal 2003, quindi, il problema è esploso in tutta la sua virulenza: negli ultimi sei anni, il NCMEC ha esaminato e analizzato circa 30 milioni di immagini e video di pornografia infantile. Questi materiali sono stati sequestrati a pedofili attivi sia nella vendita di immagini illegali che nell’ambito di comunità volte a ‘diffondere’ l’interesse per gli abusi sui bambini.
Il NCMEC ha lavorato con le forze dell’ordine per identificare le peggiori immagini di abusi e sfruttamento dei minori.
Grazie a PhotoDNA e alla collaborazione dei service provider, queste immagini potranno essere raffrontate e la loro
distribuzione bloccata.
Alla base di PhotoDNA, una tecnologia chiamata “robust hashing” che calcola le caratteristiche di una data immagine per confrontarle con altre copie della stessa immagine. Negli ultimi 10 anni, Hani Farid ha sviluppato strumenti matematici e di calcolo per stabilire se un’immagine digitale è autentica.
Il programma dovrebbe essere presto distribuito anche ai principali provider e Microsoft e il National Center for Missing & Exploited Children hanno lanciato una campagna di sensibilizzazione.
Riccardo Basile