Le verifiche le facevano, gli ispettori del lavoro arrestati dalla Guardia di Finanza, ma poi rinunciavano a denunciare le violazioni con i verbali, in cambio di un “accomodamento” in denaro.
E’ questo il commercio smascherato dalle Fiamme gialle di Napoli.
Sotto inchiesta due ispettori della Direzione provinciale del lavoro, coloro che incassavano le tangenti, più altri tre impiegati, quattro consulenti del lavoro e cinque imprenditori.
L’ufficio, che ogni anno fa circa 7500 ispezioni, avrebbe il compito delicato di smascherare le irregolarità, molto frequenti ad esempio nei cantieri, ma comunque rilevanti anche negli altri tipi di aziende dove la percentuale di irregolarità si aggira intorno al 70 %.
L’inchiesta, partita a Napoli, ha avuto dalla sua la collaborazione totale del direttore dell´Ufficio provinciale del lavoro di Napoli, Sergio Trinchella, che è stato il principale collaboratore di Procura e Guardia di Finanza nel chiarire i fatti.
I due ispettori saranno presto sospesi ma al loro posto il ministero del Lavoro non intende inviare dei sostituti.
La forza lavoro restante è quindi ancora più povera nei numeri: 82 ispettori amministrativi e 16 ispettori tecnici oltre al nucleo dei 10 carabinieri.
Pochi, per una mole imponente di migliaia di verifiche da fare.
Stefano Crupi