Il social network più ambizioso al mondo messo ko da un attacco esterno firmato Iranian Cyber Army. Lattacco, qualunque significato possa avere, non è casuale: Twitter è stato uno degli strumenti di comunicazione con lesterno più usato durante gli scontri di piazza in Iran di fine giugno, e non dimentichiamo che dalla classifica stilata dallo stesso social network le elezioni iraniane sono state tra gli argomenti più taggati del 2009. Circa alle ore 22 di San Francisco, sede dellazienda, le nostre 7 del mattino, la home page del sito di microblogging appariva come la foto che vedete sopra. Secondo le prime voci, sembra che lattacco sia stato eseguito modificando i dns in modo che il dominio twitter.com venisse rediretto sulla pagina modificata, in cui si vede il logo del gruppo di hackers e una bandiera verde con scritte in arabo da una non meglio identificata Iranian Cyber Army, che fornisce anche un proprio indirizzo email. Lattacco è durato pare pochi minuti, poi il sito è tornato alla normalità, come spiega anche il sito Twitter Status (sotto limmagine della ricerca di Google nel momento dellattacco). Twitter significa molto per lIran: durante le ultime elezioni il servizio ha permesso a molti giovani di comunicare ed informarsi, creando così una sorta di controinformazione a 140 caratteri che le autorità hanno mal digerito. Non è la prima volta che il social network del cinguettio subisce attacchi dagli hacker, lo scorso 7 agosto, quando il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, scelse Twitter per lanciare loffensiva finale della grande battaglia per la riforma sanitaria, gli hacker lo misero fuori uso per tre ore sovraccaricandolo con milioni di richieste contemporanee.
Questa volta i riferimenti sono diversi, secondo alcuni colleghi si potrebbe trattare di una vendetta portata dalla task force informatica che fa capo ai pasdaran oppure dal nutrito movimento di blogger conservatori presente in Iran. Nella pagina che rivendica lattacco si legge gli Stati Uniti credono di conrollare Internet, ma non è così, noi controlliamo il Web con il nostro potere.