Nato quasi per gioco, con un gruppo su Facebook ideato da due amici stanchi di vedere i singoli di X Factor finire sempre ai primi posti delle classifiche inglesi, il “boicottaggio natalizio” contro i singoli del talent show sta assumendo proporzioni impreviste. Nonostante il gruppo, che aveva raggiunto oltre 200mila iscritti, sia stato rimosso dagli amministratori, facendo gridare allo scandalo gli utenti, la battaglia lanciata dal popolo della rete contro Simon Cowell, influente discografico inglese nonché ideatore di X Factor accusato di veicolare le vendite dei singoli sotto Natale, si è rivelata molto efficace.
I promotori del boicottaggio avevano invitato tutti i cittadini inglesi stanchi di questa situazione a non comprare “The Climb”, singolo-cover del vincitore di X Factor Joe McElderry, ma “Killing in the name“, storico pezzo contro la guerra e il razzismo dei Rage Against The Machine, gruppo di protesta inglese che ha fatto della ribellione sociale la sua bandiera.
I membri dei RATM sono scesi in campo in prima persona, promuovendo la campagna a favore del loro singolo attraverso Twitter e il loro sito ufficiale; un “battaglia” che, così, si combatte tutta a colpi di mouse.
Mancano ancora alcune ore prima di decretare il vincitore ma oggi “Killing in the name” è primo in classifica, mentre “The Climb” deve recuperare un distacco di 9mila vendite.
Nel frattempo l’iniziativa contro Simon Cowell trova l’appoggio anche di Paul McCartney: “Tutti si aspettano che Joe ce la faccia, – ha detto l’ex-Beatles a Sky – e sicuramente venderà un sacco di dischi. E se arriva al primo posto, in bocca al lupo a lui. Ma sarebbe divertente in un certo senso se una band come i Rage Against The Machine ce la facessero, perchè allora dimostrerebbe qualcosa”.
Mattia Nesti