E’ un personaggio scomodo che dice ciò che pensa, senza farsi condizionare dalle propria “fede”. C’è chi, come Fabrizio Cicchitto (ex socialista massimalista e anti-americano), lo definisce addirittura come un “terrorista mediatico”, che per colpa delle sue polemiche avrebbe addirittura contribuito a incitare all’aggressione subita dal presidente Silvio Berlusconi.
Ecco le parole usate: “Dal gossip si è passati alle accuse infamanti di mafia, fino a quella di essere dietro alla organizzazione delle stragi, una campagna condotta da quel network composto dal gruppo editoriale Repubblica-Espresso, da quel mattinale delle procure che è Il Fatto quotidiano, da una trasmissione di Santoro e da quel terrorista mediatico di nome Travaglio, oltre che da alcuni pubblici ministeri che hanno nelle mani alcuni dei processi più delicati sui rapporti politica-mafia, che vanno in tv a demonizzare Berlusconi, e da un partito come l’Idv, con il suo leader Di Pietro che in questi giorni sta evocando la violenza, come se volesse trasformare lo scontro politico in atto di guerra civile fredda e poi in qualcos’altro e che coinvolge anche i settori più giustizialisti del suo partito, caro onorevole Bersani”.
Vergognoso, non solo perché si parla di accuse ben troppo generiche verso giornali o trasmissioni tv, ma soprattutto perché si crede di fare una grande denuncia verso un giornalista, forse l’unico vero rimasto in Italia, accusando Marco Travaglio di essere l’organizzatore o meglio il mandante di Massimo Tartaglia.
Del resto hanno anche nomi “simili”, no?
Quando si parla di Travaglio ecco che non vi sono più “giornalisti” e colleghi disposti a mostrare un minimo senso di solidarietà; arrivano solo menzogne, la disinformazione aleggia imperterrita sui giornali a sostegno del Pdl e soprattutto del loro massimo esponente Silvio Berlusconi.
Ma è il momento di dire basta a tutto ciò: sul web è partita la campagna di solidarietà per Travaglio, che è un giornalista di destra, ma amato da tutti gli schieramenti politici perché è l’unico che sa informare davvero la gente.
“Io sto con Marco Travaglio. Dalla parte dei fatti”, ecco il nome della campagna che al momento conta 40mila firme.
E Travaglio intanto risponde: “Cosa dovrei fare? Dovrei dire che non sono il mandante di un attentato? Assolutamente no. Ci mancherebbe altro che io venga dietro a questo gioco schifoso. Non se ne parla neanche. Dicano quello che vogliono. Io mi comporterò di conseguenza ma non intendo dire niente. Non si può rispondere a questi qua. Lasciamoli fare. Non ho nessuna voglia di rispondere, perchè è assolutamente ridicolo che io debba rispondere a questa gentaglia qui. Se la cantino, se la suonino e se avranno il pudore di non scudarsi con l’immunità parlamentare li vedrò in tribunale”.
Riflettete e se lo ritenete opportuno firmate! Perché non firmare significa continuare a far parte di quel gioco schifoso che lo stesso Travaglio prova a denunciare…e noi con lui.
Alessandra Battistini