Tremonti: si a bicamerale per le riforme

trelema-largeAll’indomani delle dichiarazioni pro-inciucio di Massimo D’Alema, il Ministro dell’Economia Giulio Tremonti, in un intervista rilasciata al Corriere della Sera, ha ribadito la necessità del dialogo e ha rilanciato con forza l’ipotesi della Bicamerale per attuare le grandi riforme istituzionali. “Non viene mai abbastanza notato, ma nel Parlamento italiano sui grandi temi di poli­tica sociale ed economica, pur nella legittima con­trapposizione, c\’è stato più consenso che dissen­so” sostiene il ministro, ricordando e valorizzando il ruolo democratico dell’opposizione sia esso di centro-destra o di centro-sinistra, che negli ultimi 15 anni non è mai venuto meno.

Per questo Tremonti si è dichiarato favorevole all’elezione di un corpo politico ad hoc, Convenzione o Bicamerale, e ha aggiunto che “ un impegno costituente comune avrebbe un effetto naturale di pacificazione”. La riforme condivise, spiega, sono necessarie perché “abbiamo un sistema politico che da un lato è vecchio e poco efficiente, dall’altro tende ad autodistruggersi. Possiamo restare l’unico Paese che ha due Camere e il bicameralismo perfetto? Possiamo andare avanti con un continuo crescente conflitto di poteri alimentato da componenti paranoiche e parossistiche della vita cosiddetta civile?”.

Il titolare del Tesoro ha anche parlato di riforma del fisco. “Il nostro sistema fiscale è stato pensato negli anni ’60 – ha spiegato Tremonti – avviato ne­gli anni ’70 e poi continuamente rattoppato, peggiorato significativamente con l’Irap, migliorato marginalmente con il 5 per mille.”. Il ministro ha poi concluso: “Non possiamo entra­re nel nuovo secolo con la visione del vecchio. Un sistema che esprima sfavore per la speculazione finanziaria e per la distruzione ambientale, e favo­re per la famiglia con i bambini, il lavoro, la ricer­ca e l’ambiente: questo era il sogno fatto nel ’94 con Silvio Berlusconi”.

Spetta ora all’opposizione, valutare le richieste che verranno poste sul banco dalla maggioranza, tenendo presente che Pd e Idv hanno gia rimarcato chiaramente in questi giorni l’impossibilità di convergenza in materia di giustizia e politica economica.

Daniele Vacca