I Simpson conquistano l’Osservatore romano: filosofici e teologici

La serie tv animata più lunga mai trasmessa , con le sue 400 puntate mandate in onda fino ad oggi in tutto il mondo, suggellata da 23 Emmy Awards, inevitabilmente ha influenzato dentro e fuori il modo di pensare dei ragazzi del nostro tempo.
Un’influenza di così grande portata che ha spinto l’Osservatore romano, quotidiano cattolico vaticano, ad occuparsi del messaggio che lancia il cartone che, nato dalla matita di Matt Groening, vanta indubbiamente “il realismo e l’intelligenza dei testi” anche se spesso ne attacca – giustamente – “il linguaggio fin troppo crudo e la violenza di certi episodi, o le scelte talvolta estreme degli sceneggiatori”
\’\’Una sintesi impazzita della cultura pop e della tiepida e nichilista middle class americana\’\’ lo definisce L’Osservatore, ma “li si ami o li si odi, Homer J. Simpson e la sua stralunata famiglia hanno lasciato il segno, e non solo nel piccolo mondo dei cartoons”.
Il foglio vaticano sottolinea soprattutto come l’irriverenza e l’ironia dei testi della serie, dai tratti a volte filosofici e perfino teologici, sia rivolto al rapporto tra uomo e Dio, esplicato dai monologhi che i protagonisti rivolgono direttamente all\’Altissimo: “Tra i tanti temi che entrano in gioco nella vita della scanzonata comunità di Springfield quello di Dio, e del rapporto tra l’uomo e Dio, è uno dei più importanti (e più seri)” anche se “non mancano i riferimenti pungenti alla confusione religiosa e spirituale dei nostri tempi”.
Tuttavia “specchio insieme dell’indifferenza e della necessità che l’uomo moderno prova nei confronti del sacro, Homer trova in Dio il suo ultimo rifugio, anche se a volte ne sbaglia clamorosamente il nome: ‘Di solito non sono un uomo religioso, ma se tu sei lassù, salvami… Superman!”, riflettendo il disorientamento religioso di oggi.
Oltre al protagonista del cartone, tracce di una “teologia simpsoniana” rimandano alle prediche infinite del reverendo Lovejoy, durante le quali inevitabilmente Homer si concede sonni profondi in prima fila, o all’ingenuo radicalismo del vicino di casa Flanders.
L’Osservatore conclude con un divertente episodio simpsoniano, che riflette Homer_e_Dioil rapporto che lega Homer all’Altissimo. Si tratta della scena in cui la casa è in fiamme, tutta la cittadina di Springfield è devastata dai demoni e Homer chiede udienza a Dio, il quale sulle sua scrivania mostra orgogliosamente la scritta: \’I believe in Me\’

Martina Guastella