Era da tanto che non si sentiva parlar di lui e il bel calciatore era sempre stato molto reticente a parlare della storia finita male tra lui e la bella argentina Belen Rodriguez. Ma adesso che di acqua sotto i ponti ne è passata e il tempo, si sa, guarisce tutte le ferite, Marco Borriello si cofessa alle pagine di Vanity Fair.
Dice subito di non essere geloso di Fabrizio Corona e non ci va piano con le parole affermando schietto “Geloso di Corona? E perché mai. Quello che lui ha adesso, io lo ho già avuto”. Beh lui dice di non avere rancore nei confronti della coppia ma pare sprezzante nelle parole che usa e forse un pò di risentimento ce l’ha ancora.
Il campione del Milan, in un’intervista a Vanity Fair, racconta di come la modella argentina sia stato l’unico grande amore della sua vita, ma dopo di lei soltanto storie di poca importanza. Bello, ricco e famoso. Borriello, di certo, non deve faticare tanto quando vuole conquistare qualche ragazza e pensare che fino a 17 anni non se lo filava nessuna e il mondo del sesso era solo un mito sconosciuto.
Il suo talento calcistico, a 17 anni, lo ha portato fuori dai quartieri di Napoli e lo ha fatto studiare in un collegio del Milanse. All’epoca le ragazze erano l’ultimo pensiero: “Non ci pensavo. Del resto loro non mi avrebbero guardato: fino a 18 anni andavo in giro in tuta e portavo gli occhiali spessi come fondi di bottiglia. Non ero neanche troppo sviluppato…” racconta Marco. Poi la trasformazione e la crescita. Ii primi abiti griffati, le lenti a contatto, le uscite serali e i primi appuntamenti.
“Quando ho conosciuto Belen era una modellina sconosciuta: stando con me ha avuto più visibilità, anche se poi, avendo un grande talento, ha saputo crearsi da sola una carriera da showgirl” racconta il calciatore del Milan. “Sono un passionale, ma non sono un sesso dipendente: il sesso manca a chi non ce l’ha, io ho la fortuna di sapere che, se voglio, lo posso avere in qualunque momento. E poi mi piacciono le cose tradizionali, niente perversioni, niente trans” continua Marco.
“Lei è stata il mio primo amore, la donna che sognavo da sempre: mi piaceva fisicamente e di testa. Non è andata bene, succede. Ma mi ha fatto soffrire di più sapere che tutti pensavano che i miei problemi con lei condizionassero le prestazioni calcistiche. Nella vita ho avuto molti momenti bui, ne sono sempre uscito con il mio carattere”. Più rilassato, quando l’argomento è il calcio. Dalle partite per strada da bambino a San Giovanni a Teduccio, al sogno Mondiale: “So che la lista dei 23 nomi per il Sudafrica è già stata compilata, ma se continuo a fare bene con il Milan, posso coltivare una piccola speranza”.
Manuela Vegezio