Potremmo iniziare così, rubando la scena ai Maya. Ancora in attesa di sapere se tra circa due anni succederà qualcosa di grosso, ad esempio la fine del mondo, o l’inizio di un altro, per ora ci limitiamo ad analizzare ciò che ha detto uno degli indiscussi protagonisti di un altro mondo, più piccolo certo, ma non meno appassionante, quello calcistico.
Josè Mourinho, intervistato da Sky tg 24: ”In questo momento sono e saro’ l’allenatore dell’Inter perche’, al contrario di quello che si dice, quando ho firmato fino al 2012, io e la societa’ l’abbiamo fatto con la convinzione di arrivare fino al 2012” Il tono è quello solito, quello di chi vuole sfidare necessariamente chi ha davanti, sapendo di partire da una posizione di forza, un po’ immorale forse, ma “Mou” è indiscutibilmente forte, sotto vari aspetti.
Le sue esternazioni non si fermano quì; l’allenatore dell’Inter parla anche delle aspettative per il 2010, sia in champions che in campionato, nel quale pretende di vincere di nuovo, anche se è cosciente delle maggiori difficoltà. In ambito europeo invece è più dubbioso, se “un Mourinho” può esserlo in qualche modo:”Come sempre, mi aspetto una Champions League pienissima di punti interrogativi, dipende da tante cose. Abbiamo sempre avuto tanti problemi con i giocatori infortunati, pero’ abbiamo sempre mantenuto un grande equilibrio che ha fatto si’ che la squadra sia arrivata in questo momento nella condizione di discutere tutto. Per me, come allenatore, il mio anno tipico non e’ da gennaio 2009 a dicembre 2009 o da gennaio 2010 a dicembre 2010. Il mio anno e’ da luglio 2009 a luglio 2010”
Il Chelsea di Ancelotti è lì ad attenderlo: Ma per lo Special One è “solo” lavoro, così come per i suoi ex giocatori:-“… per 90 minuti, non guardano la panchina avversaria, non vogliono sapere chi c’e’ di la’, vogliono lavorare, vincere e basta. E siccome uno dei responsabili di questa cultura sono stato io, io guardo loro esattamente allo stesso modo”.
Poi Mourinho di amici ne ha, in primis Il presidente dello stesso Chelsea, Abramovich, perlomeno a suo dire; quasi nello stesso modo, solo un po’ proiettato nel futuro parla di Moratti, con il quale descrive un rapporto sincero e onesto. Un ultimo apprezzamento sul fenomeno “Ibra”: alla domanda se Milito e Eto’o fossero riusciti a far dimenticare Ibrahimovic, questa è stata la risposta di “Mou”: “..e’ un giocatore che non si dimentica mai..”
Angelo Sanna