Omicidio Vignola: sta meglio il parroco accusato del delitto, forse presto la sua verità

OACAOXBQ0JCA6H36UBCAE00CUNCAFHH3MWCAAHXVRHCAWUC922CADL7UKQCAHGIL3FCA0WYFRBCA2U38V4CAJMI8MPCAXBP1GOCA1ANE2HCAFU4G63CAM3DD5QCAS6BQ8YCAXJPQOTCADEXEH7CA1BMRE3Potrebbe fornire interressanti elementi utili alle indagini sul delitto di Vignola, don Giorgio Panini, il parroco accusato dell’omicidio di Sergio Manfredini, avvenuto nella cittadina del modenese lo scorso mercoledì notte.

Le condizioni del parroco infatti sono da alcune ore in miglioramento nonostante i sanitari dell’ospedale dove è ricoverato, non abbiano ancora sciolto la prognosi.

Il delitto di Vignola aveva scosso il paese, sia per la sua efferatezza che per il coinvolgimento di un sacerdote. Sulle prime l’omicidio di Vignola si era andato a caratterizzare quasi come un giallo: una persona uccisa, Sergio Manfredini di 67 anni e tre feriti identificati come Paola Bergamini, moglie dell’ucciso, Davide Manfredini, il figlio e appunto don Giorgio Panini, che viveva stabilmente nell’abitazione del nucleo familiare.

In poche ore però i carabinieri erano riusciti ad evitare che questo caso di cronaca nera diventasse un giallo, accusando appunto il sacerdote dell’omicidio e del doppio ferimento. Don Giorgio Panini era stato così incriminato per omicidio volontario. La dinamica che ha portato al delitto di Sergio Manfredini, è stata ricostruita con precisione dagli inquirenti secondo i quali il prete avrebbe prima rivolto un coltello verso l’assassinato e poi avrebbe cercato di colpire anche il figlio e la moglie di quest’ultimo. Proprio uno tra i due superstiti, sarebbe riuscito a colpire al capo l’assassino, mettendo così fine alla sua furia omicida.

Resta invece avvolto nel mistero il movente della brutale aggressione: economico, passionale, personale, nessuna ipotesi praticamente scartata. Certamente se le condizioni di don Giorgio Panini continuassero a migliorare potrebbe essere proprio lui a chiarire cosa sia successo.

Enzo Lecci