L’Iran confessa: almeno 15 morti negli scontri

tehran5_280xFreeNon si fermano gli scontri tra forze dell’ordine e manifestanti antigovernativi, a Teheran come anche in altre città dell’Iran. La giornata più cruenta è stata quella di ieri – giorno della Ashura, evento religioso sciita – quando decine di migliaia di persone sono scese in piazza per nuove manifestazioni di protesta contro il regime di Ahmadinejad, trovando la risposta della polizia che avrebbe sparato sulla folla colpi di arma da fuoco ad altezza d’uomo.

Le autorità iraniane non hanno potuto negare l’evidenza, e in un comunicato diffuso dalla tv di Stato hanno ammesso l’uccisione di numerosi manifestanti. Secondo questo bilancio, le vittime sarebbero almeno 15, la maggior parte delle quali – sempre secondo le fonti governative – erano soggetti “appartenenti a gruppi anti-rivoluzionari. Centinaia gli arresti, tra i quali spicca quello di uno dei leader dell’opposizione, Ebrahim Yazdi.

Yazdi, già vice-premier del paese islamico nel primo governo dopo la rivoluzione del 1979 e capo del Movimento per la Libertà in Iran, è stato portato via dalla polizia entrata nella sua abitazione intorno alle tre di notte. Un altro esponente dell’opposizione, Mehdi Karrubi, ha attaccato il governo per il massacro di persone innocenti e per “non aver rispettato il giorno sacro della Ashura”.

Daniele Ciprari