Il celebre regista franco-polacco Roman Polansky scrive una lettera pubblica dopo il suo arresto in Svizzera nello scorso settembre, si tratta della sua prima dichiarazione ufficiale in seguito alla condanna per aver abusato sessualmente di una minorenne. Al momento l’uomo sta scontando la pena presso uno chalet a Gstaad, ecco i tratti salienti del suo messaggio:
“Sono io stesso commosso dal numero di testimonianze di simpatia e di sostegno ricevute nella prigione di Winterthur e che continuo a ricevere qui nel mio chalet a Gstaad dove passo le feste con mia moglie e i miei figli. Ci sono messaggi dei vicini e altri che giungono da persone di ogni luogo della Svizzera e, al di là del paese, dal mondo intero. Mi piacerebbe poter, a ciascuno, dire il bene che procura – quando si è rinchiusi in una prigione – ascoltare, ogni mattino, ricevendo la posta, questo mormorio della voce umana e della solidarietà. Ciascuna delle loro parole sono state per me nei momenti più bui, e lo sono sempre nella mia attuale situazione, piene di conforto e motivo di speranza. Mi piacerebbe rispondere a tutti. Ma è impossibile, sono troppi”.
Impossibile non porsi un interrogativo, l’essere un grande artista rende minore l’onta considerando il disprezzo che, invece, viene riservato a comuni mortali che si macchiano della medesima colpa?
Valeria Panzeri