Il presidente del Torino Urbano Cairo non digerisce la contestazione di ieri ad opera di un centinaio di ultras granata avvenuta al Sisport, dove era in corso di svolgimento la conferenza stampa di presentazione del nuovo dirigente Gianluca Petrachi.
L’editore padrone del Toro ha utilizzato questa mattina le colonne di Tuttosport per esprimere il suo rammarico per quanto avvenuto ma ache per lanciare un messaggio chiaro e preciso. Cairo ha infatti dichiarato di non avere intenzione di mollare, ma al tempo stesso ha fatto intendere che nel caso in cui lui gettasse la spugna per Torino si aprirebbero scenari all’insegna dell’insicurezza più totale:
“Per il prossimo semestre garantisco 12 milioni di euro” , ha dichiarato Urbano Cairo, invitando poi a riflettere su cosa avverrebbe se il suo gruppo decidesse di “restituire le chiavi del Torino al sindaco”. Non le manda a dire Cairo quando lascia presagire gli scenari societari che si aprirebbero se lui non mettesse “quei soldi”. “Che fine farebbe il Torino?” è la provocazione più chiara lanciata nel corso di questa intervista.
La posizione di Cairo è quindi abbastanza esplicita: l’editore si impegna a rinforzare il Toro e agli ultras granata che ieri hanno contestato la società anche con il coro “te ne vai si o no, te ne vai si o no”, fa sapere che, non esistendo alcun soggetto interessato a rilevare i granata, in caso di suo abbandono per il Torino si aprirebbero tempi difficilissini.
La situazione del Torino appare quindi molto confusa e dagli sviluppi imprevedibili. La squadra, data per favorita per l’immediato ritorno in serie A, non riesce ad espimere una sua identità nel campionato cadetto. Cambi di allenatore e di schemi tattici, impediscono di plasmare qualsiasi fisionomia di gioco.
Gli ultrà del Toro, tradizionalmente una delle tifoserie più fedeli d’Italia, sono oggi sul banco degli imputati. Alcuni giornali parlano di “assalto ultra” con un numero di bombe carta variabile a seconda del giornale , altri di “assedio” con cori (?) e fumogeni, altri ancora di “pomeriggio di terrore”, sottolineando che per “poco non ci sono scappati i feriti.”
Poichè su questo genere di notizie molto spesso si finisce col il fare puro allarmismo e di gettare benzina sul fuoco, non se ne duolga nessuno se questo articolo non si spinge a usare queste parole del gergo militare.
Le informazioni certe sulla contestazioni di ieri sono poche: è durata appena dieci minuti, non c’è stato alcun fermo anche perchè le forse dell’ordine sono arrivate quando la maggior parte dei contestatori erano andati già via, c’è stato un lancio di uova verso il pullaman della società, sono stati accesi (ma probabilmente non lanciati) alcuni fumogeni e le pareti del container in cui si svolgeva la confereza sono state colpite con le mani per recare disturbo all’interno.
Enzo Lecci