Alla luce di scandali di uomini politici e d\’affari che si sono susseguiti negli ultimi anni, è uno studio che cattura l\’attenzione quello pubblicato sulla rivista Psychological Science: dimostra come spesso la vita privata di uomini potenti contraddica il loro atteggiamento in pubblico, offrendo uno squarcio sui comportamenti umani di non poco rilievo. Il potere rende scorretti e immorali, genera ipocrisia e la tendenza a predicare bene e razzolare male. Lo dimostra la ricerca condotta da Joris Lammers e Diederik Stapel dell\’università di Tilburg in Olanda e da Adam Galinsky della Kellogg School of Management presso Northwestern University ad Evanston, Illinois.
Sono state raggruppate persone volontarie sottoposte poi a cinque esperimenti in cui a volte veniva date loro posizione di potere altre no. E\’ emerso che tutti gli uomini potenti tendono a un\’ ipocrisia morale, dicendo cioé che è giusto che ci si comporti correttamente, ma poi di fatto comportandosi male. Viceversa, coloro che non hanno potere tendono invece a un eccesso di zelo nei comportamenti personali, cioé sono molto più severi con se stessi che non con gli altri, atteggiamento che i ricercatori hanno battezzato \’ipercrisia\’. Secondo la nostra ricerca – sottolinea Galinsky – il potere e l\’influenza personale possono causare una grave sconnessione tra il giudizio pubblico e il comportamento privato, col risultato che gli uomini di potere sono più severi nei loro giudizi sugli altri e più indulgenti verso le proprie azioni personali. A chi si chiede cosa comporterà ciò a livello sociale, lo studioso risponde: ipocrisia e ipercrisia perpetuano l\’ineguaglianza sociale perché i potenti impongono agli altri regole che loro stessi trasgrediscono, coloro che non hanno potere, invece, non si sentono in diritto di trasgredire e contribuiscono all\’inequità.
Ilaria Salzano