E’ successo a Vimercate, paese della Brianza, una fiorente zona della Lombardia alle porto di Milano. A chiunque è capitato di avere problemi con i parcheggi e se non a tutti a molti sarà successo di lasciare parcheggiata la macchina in divieto di sosta o comunque in modo un po “approssimativo”. Così facendo, se va bene non succede niente, se va male si porta a casa una multa, esperienza gradevole, ma la cosa finisce lì. Nel centro commerciale locale invece è successo qualcosa di molto più grave, e molto più triste.Un ragazzo disabile parcheggia la sua auto nell’apposito spazio riservato e si dirige con la fidanzata all’interno dello “shopping center” per passare una serata piacevole. Al suo ritorno però, qualcuno aveva pensato bene di parcheggiare il proprio mezzo nelle strisce che separano il posto dei disabili da quelli normali.
Lo spazio riservato alle “categorie protette” è infatti più largo di uno normale questo per consentire l’accesso e la discesa dall’auto anche a persone su sedia a rotelle. Un’auto normale ci sta tranquillamente in questa “terra di mezzo” che dovrebbe essere lasciata costantemente ed inderogabilmente libera L’auto in questione era stata lasciata in modo da impedire l’apertura delle portiera del guidatore da dove C. (usiamo solo l’iniziale per privacy) avrebbe dovuto salire per tornare a casa. Dopo vari appelli interni al centro commerciale, tutti caduti nel vuoto,senza risposta, lo sfortunato protagonista della vicenda ha deciso di chiamare i vigili dai quali però ha ottenuto esclusivamente risposte negative.
A causa del fatto che tutte le pattuglie fossero occupate in altri interventi , il problema è rimasto nelle mani del ragazzo disabile chiuso fuori dalla sua auto. La stessa risposta gli è stata data anche dai Carabinieri; questi ultimi hanno però anche fatto presente che per la tipologia d’intervento la competenza era dei vigili. Fatto sta che la povera vittima ha potuto tornarsene a casa dopo ben due ore di attesa solamente grazie ad alcuni amici incontrati per caso che hanno manualmente spostato la macchina mettendola in modo che C. potesse finalmente salirci. Ovviamente la responsabilità principale di questo spiacevole inconveniente ( chiamiamolo così) è del “furbone” che ha pensato bene d’infilare la sua auto in uno spazio che probabilmente secondo lui non serviva a niente, bisogna dire però che anche le forze dell’ordine, pur capendo tutto il lavoro che devono svolgere quotidianamente , avrebbero potuto essere un attimo più sensibili verso la questione, anche perchè un loro ‘intervento avrebbe avuto una durata si e non di cinque minuti; Sarebbe bastato spostare la macchina della vittima e prendere i dati di quella del “furbone”.
A.S.