«Fin dall’inizio le reti televisive del gruppo Mediaset hanno fatto della cura della immagine e della professionalità dei suoi collaboratori una delle chiavi del loro successo. Molte di noi hanno percorso tutte le tappe di questa storia, lavorando dietro le quinte, ma sempre con grande orgoglio e impegno, alla crescita della azienda. Ci rivolgiamo a Lei perché riteniamo che la strada dell’espulsione dall’azienda delle risorse umane che ne hanno consentito lo sviluppo, in favore di soluzioni fragili e precarie, sia sbagliata e controproducente. Siamo e vogliamo restare parte di Mediaset».
Ecco uno stralcio della lettera che 56 dipendenti Mediaset hanno rivolto a Silvio Berlusconi, al figlio Piersilvio e a Fedele Confalonieri. Motivo del contendere la decisione di cedere il ramo d’azienda che riguarda trucco, acconciatura e sartoria ad un’altra società, la Pragma.
Cgil, Cisl e Uil hanno indetto uno sciopero il 10 e l’11 gennaio per tutto il gruppo e contestualmente hanno inoltrato alla società una richiesta d’incontro.
Solidarietà anche da parte del Comitato di redazione di TG5 che si è così espresso in una nota: «I giornalisti del tg5 sono vicini alle colleghe e ai colleghi del settore trucco, sartoria e acconciatura che dopo anni di lavoro in Mediaset già dal primo febbraio rischiano di passare alle dipendenze di un società esterna al gruppo».
Valeria Panzeri