“Emmaus”, l’ultimo Baricco tra fede e formazione

Alessandro Baricco

“Emmaus”, l’ultimo romanzo di Baricco potrebbe essere riassunto in due parole, formazione e fede. Il romanzo è permeato da un clima di inquietudine esistenziale, costante delle produzione dell’autore torinese, e soprattutto, è caratterizzato da una prosa limpida  e poetica, che indubbiamente  affascina.

Al centro della storia, quattro ragazzi, Luca, il Santo, Bobby e il narratore del racconto, figli di famiglie borghesi e cattoliche, alle prese con l’adolescenza e la perdita dell’innocenza, sostenuti dalla fede, finiranno per l’accorgersi di quanto sia labile il confine tra la dannazione e la salvezza.

Il sesso, il dolore, la morte, condurranno i giovani a gesti incomprensibili e irrazionali, ma che si sveleranno in tutta la loro autenticità solo in un secondo momento, proprio come accaduto ai discepoli di Emmaus, che riconobbero la presenza di Dio risorto, solo dopo che ne andò.

Quattro ragazzi, bloccati nella loro stantia normalità, attraversano l’adolescenza e la perdita dell’innocenza, sostenuti dalla loro incrollabile fede, dalla quale però a poco a poco prenderanno le distanze per scoprire quanto è labile il confine tra la dannazione e la salvezza.

La scrittura è piacevole, elegante ed originale, anche se la storia ed i personaggi risultano essere lontani dalla realtà, difficilmente si troverebbero infatti adolescenti alle prese con riflessioni teologiche sul vero senso del dolore e dell’infelicità.

In conclusione “Emmaus” è un romanzo destinato a far discutere perché, di sicuro non una delle opere più concincenti dell’autore e perchè come molti dei libri di Baricco, o si ama o si odia.

“Abbiamo tutti sedici, diciassette anni, ma senza saperlo veramente, è l’unica età che possiamo immaginare: a stento sappiamo il passato”.

Alessandro Baricco, è nato a Torino nel 1958, dopo la laurea in Filosofia si diploma al Conservatorio in pianoforte.

Il suo primo romanzo “Castelli di rabbia” fu una rivelazione nel panorama della letteratura italiana. Seguono “Oceano Mare”, testo da Giuseppe Tornatore ha tratto il film “La Leggenda del pianista sull’oceano”.

E poi ancora l’apprezzato “Seta”, “City” e “Senza sangue”.

Attivissimo anche sul fronte della saggistica, tra i suoi maggiori successi spiccano, “Barnum”, “L’anima di Hegel” e “Le mucche del Wisconsin” e sul fronte teatrale dove ha portato in scena “Omero, Iliade” e recentemente letture sul capolavoro di Melville, “Moby Dick”

Nel 1994 ha inoltre ideato e fondato la Scuola Holden a Torino, di cui è anche preside.

Federico Lusi