Barroso ha designato la commissaria bulgara Rumiana Jeleva agli aiuti umanitari, ma il Parlamento Europeo ha delle riserve sulla candidatura, in quanto ci sono notevoli dubbi su come Jeleva e il marito, accusati dalla stampa di corruzione ed evasione fiscale, conducono i propri affari.
Antonyia Parvanova, un eurodeputato bulgaro, ha contestato la dichiarazione della Jeleva di aver terminato la sua collaborazione con l’azienda Global Consult nel 2007 e ha affermato che, in realtà, la commissaria accusata ha continuato a gestire l’azienda fino al 2009.
Interessi finanziari non dichiarati sono contrari alle regole dell’Unione Europea e sarebbero un motivo sufficiente affinché il Parlamento Europeo voti contro la candidatura della donna.
“Spero che la situazione giuridica della Jeleva si possa chiarire al più presto”, ha commentato ieri Joseph Daul, capo del gruppo dei Popolari Europei (PPE), “in modo che il commissario designato possa essere giudicato in base ai suoi meriti”.
La Jeleva è stata ascoltata dal parlamento e ha negato ogni coinvolgimento con l’azienda in questione e ogni accusa mossa contro di lei. “Ho dichiarato tutto quanto ero obbligata a dichiarare,” ha detto ai parlamentari. “Non ho nulla da nascondere.”
Il parlamentare liberale Andrew Duff ha fatto sapere all’agenzia di stampa Reuters che è vero che ci sono seri dubbi sul fatto che il parlamento possa sostenere la sua candidatura e anche dalla sinistra fioccano critiche. “I criteri per valutare i candidati sono competenza, conoscenza del proprio dossier e passato finanziario pulito. E Jeleva non ci ha convinto», ha commentato Hannes Swoboda, vicepresidente del gruppo gruppo S&D.
Il parlamento voterà sulla materia il 26 gennaio e senza l’approvazione del parlamento la commissaria bulgara non può iniziare il proprio mandato.
Non è la prima volta che il parlamento interviene sulle nomine fatte dal presidente della Commissione Europea. Nel 2004 Barroso ha dovuto ritirare la nomina di Rocco Buttiglione in quanto il parlamento era contario alla sua opposizione ai diritti degli omosessuali.
Sebastiano Destri