I primi orfani di Haiti, iniziano ad abbandonare l’inferno alla volta degli Stati Uniti, adottati dalle loro nuove famiglie. Per ora sono 53 i primi bambini che si sono salvati dalla strage provocata dal terremoto e che presto avranno una nuova famiglia.
In Francia, ci sono 1500 famiglie in attesa di poter adottare un piccolo orfano rimasto senza genitori nè casa, ma ancora bisogna attendere il via libera per poter lasciare il loro Paese.
Anche l’Italia, sin da subito si è mossa pensando a quanti avrebbero potuto dare concretamente una mano ai tanti bisognosi di Haiti, avanzando richieste dirette di adozione, come è avvenuto anche su Newnotizie, e dimostrando l’enorme sensibilità in merito ad una situazione delicatissima che sta coinvolgendo migliaia di bambini haitiani. Gli enti italiani che si occupano di adozioni, in questi giorni sono sommersi da richieste, ma in realtà, Giovanardi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio con delega alla Famiglia ma anche presidente del Cai, la Commissione per le adozioni internazionali, mette un freno alla vicenda, sottolineando che al momento non sono attive le procedute necessarie per poter mandare avanti le adozioni: “Quelli che stanno partendo sono soltanto i bambini per i quali le procedure erano già tutte arrivate a termine”.
Fiammetta Magugliani, presidente dell’associazione Nova, l’unico ente italiano autorizzato a effettuare adozioni con Haiti, ha sottolineato le innumerevoli difficoltà relative alla pratica di adozione, poichè quest’ultima, da un punto di vista meramente burocratico, sarebbe possibile solo “sulla base di una documentazione riconosciuta a livello internazionale. Purtroppo ci siamo trovati in situazioni in cui non esisteva nemmeno lo stato di abbandono, il documento che certifica l’assenza di genitori o parenti, e quindi era impossibile mandare avanti la pratica”.
C’è poi il problema dei tempi lunghissimi che porterebbero all’attesa di anni prima di poter concludere la procedura di adozione.
Nonostante la voglia di ridare una famiglia ai tanti orfani, anche l’Unicef interviene, ricordando di non essere precipitosi, considerando proprio la situazione catastrofica avvenuta nella zona di Haiti.
Per ora continuano gli aiuti economici nei confronti degli enti quali la Caritas, Save the Children e Unicef, mirati proprio a salvaguardare le piccole vittime, ma per quanto riguarda le adozioni, Giovanardi ricorda: “Il governo di Haiti deve dichiarare lo stato di reale abbandono del bambino e le coppie italiane devono essere in possesso dell’idoneità all’adozione”. Questo escluderebbe ovviamente i tanti single che finora ne hanno fatto richiesta. Solo dopo l’emergenza, dunque, 6-7 mila famiglie potranno decidere di adottare un bambino di Haiti.
Emanuela Longo