Processo Mediaset: il legittimo impedimento rimanda tutto a marzo

Il primo febbraio? No, non è possibile: impegni istituzionali in corso. Potrebbe essere questa la sintesi dell’ultimo sviluppo relativo al calendario del processo Mediaset che vede imputato, tra gli altri, il premier Silvio Berlusconi. L’udienza convocata dai giudici di Milano per il primo febbraio, infatti, non potrà avere luogo a causa di un viaggio istituzionale che porterà il presidente del Consiglio in Israele.

I giudici hanno oggi accolto la richiesta di legittimo impedimento avanzata dai difensori di Silvio Berlusconi, rimandando i lavori all’1 marzo, ma il presidente del Collegio, Edoardo D’Avossa, ha ammonito che se dovessero persistere i legittimi impedimenti, i giudici saranno “costretti a separare i procedimenti e a stralciare la posizione di Berlusconi“.

Ciò significa che il processo a carico del premier potrebbe seguire una via del tutto diversa (e solitaria) rispetto a quella del procedimento iniziale; un’opzione che è stata definita “complicata” da uno degli avvocati del Cavaliere. “Uno stralcio – ha spiegato Piero Longo ai cronisti – crea problemi enormi quando il reato è contestato in concorso con altri. Il codice lo prevede ma è una cosa molto complicata; sono certo – ha concluso – che troveremo un accomodamento“.

Il processo – che tenta di far luce sulla presunta compravendita di diritti televisivi e cinematografici, acquistati a prezzi gonfiati dalla Mediaset – rischia dunque di procedere a rilento; per questo motivo stamattina il pm Fabio De Pasquale ha avanzato la richiesta di acquisire tra gli atti due verbali degli anni ’90 con dichiarazioni del premier. Più precisamente, il primo: del 13 dicembre 1994, che riporta una dichiarazione di Berlusconi durante l’inchiesta sulle presunte tangenti alla Guardia di Finanza, e un altro: del 27 giugno 1999, in cui il presidente del Consiglio testimonia in occasione dell’inchiesta sul bilancio consolidato Fininvest.

I giudici della prima sezione penale del Tribunale di Milano hanno però detto no alla richiesta di De Pasquale. La motivazione?  Le dichiarazioni rese da Silvio Berlusconi, che il Pubblico ministero vorrebbe acquisire nel corso dell’attuale procedimento, riguardano altri processi e quindi non sono utilizzabili. Verrà invece acquisita una memoria scritta da  Berlusconi, nel giugno del 1999, nel corso dello stesso processo Mediaset.

Maria Saporito