Nuovo processo per Alberto Stasi, a fargli causa è il suo ex-avvocato: il problema delle tariffe

Il fenomeno mediatico Alberto Stasi, perchè questo era purtroppo diventato, balza ancora alla ribalta delle cronache. Ad un mese dalla sua assoluzione  per l’omicidio di Chiara Poggi dovrà affrontare un nuovo processo, per sua fortuna decisamente più leggero. Ad intentare la causa contro di lui stavolta è il suo ex-avvocato, Lucido, per il mancato pagamento di una parcella da 81mila euro, cifra con la quale la “gente normale” si compra una casa, o quasi.

La causa, questa volta di natura civile, si riferisce al primo mese di lavoro degli avvocati, Lucido appunto e sua figlia Eleonora; Il mandato fu poi ad essi revocato e la difesa di Alberto fu affidata al Prof. Angelo Giarda ed agli avvocati Giuseppe e Giulio Colli.

Secondo quest’ultimo, che difende Stasi anche in questo processo “per quella parcella non sono state applicate le tariffe dell’Ordine degli avvocati” e quindi. “Il giudice ha già respinto l’istanza dei legali con cui chiedevano l’esecuzione di un’ingiunzione di pagamento”. Dal canto suo l’accusatore  avv. Lucido fa sapere di “non aver applicato nemmeno il massimo stabilito dall’Ordine.” “.. non chiediamo niente di più di quello che ci spetta, per un mese intero mia figlia e io abbiamo vissuto tra Garlasco e Vigevano, con numerose trasferte a Parma per assistere agli accertamenti al Ris”. Il risultato di queste trasferte sarebbero appunto due parcelle di 50 000 euro l’una per il padre e 31 000 euro l’altra per la figlia.

A prescindere da tutte le considerazioni di natura giuridica e morale, quanto costa ad un avvocato fare Pavia-Vigevano per un mese? E anche andando a Parma? 81 mila euro in un mese  non li si spende nemmeno con un Ferrari o con due.

E’ chiaro che va considerato il fatto della specializzazione del professionista, un avvocato non lo si può certo pagare come un impiegato normale, bisogna dire però che una famiglia normale non potrebbe mai permettersi di pagare una parcella simile nemmeno volendo.

Di conseguenza, un operaio medio, nella stessa situazione e accusato dello stesso crimine di Alberto Stasi ( prescindendo dalla sua colpevolezza o meno, per ora comunque non dimostrata), forse dissanguandosi, ad esempio vendendo la casa, e se ha risparmiato molto nella sua vita ( tale operaio dovrebbe avere almeno 50 anni e lavorare da 30) riuscirebbe a pagare una parte delle spese legali. Nel caso poi venisse assolto si troverebbe da pagare altri 80 mila euro circa.

Come fare? alcuni forse preferirebbero finire in galera; non tanto per evitare il pagamento, ma quanto per il fatto che proprio non potrebbero farlo. In più,tornando ad uno dei protagonisti principali delle cronache degli ultimi anni ( suo malgrado probabilmente),bisogna provare a pensare che, se Alberto è effettivamente colpevole ( a prescindere dalla sentenza di assoluzione) forse merita anche tutto questo, merita 1000 nuovi processi e tutti dovrebbero finire con sentenze di condanna dato ciò che ha fatto. Ma se non lo è? Se davvero non è stato lui ad uccidere Chiara, come tra l’altro la recente sentenza  ha sostenuto? A questo punto ci sarebbe solo un ragazzo, ricco o meno non farebbe differenza, che ha subìto per anni una gogna mediatica del tutto immeritata e che, a corollario di ciò è stato ri-denunciato a neanche un mese dalla sua assoluzione dagli stessi avvocati che aveva inizialmente scelto.

Niente da dire sulla legalità della causa intentata, ma dato che essendo avvocati sicuramente non avranno difficoltà ad arrivare alla fine del mese, forse, potevano lasciarlo stare.

A.S.