Il ritorno di Sade dopo dieci anni con “Soldier of love”

Attesissimo e gradito ritorno, quello dell’ormai 51enne cantante Sade, con il nuovo album “Soldier of love”, la cui uscita è prevista per il 5 febbraio. E così, dopo 10 anni dall’ultimo disco pubblicato, Lover’s rock, nel 2000, il suo nuovo lavoro rappresenta non solo il suo grande ritorno, ma anche un messaggio sottinteso nella stessa copertina: una schiena nuda. E’ con questa fotografia che la cantante, figlia di un nigeriano e di una inglese, ha deciso di voltare le spalle, non solo al pubblico ma anche e soprattutto all’industria discografica.

Con una dichiarazione più che chiara, Sade ha voluto sottolineare in cosa consiste il suo vero bisogno di fare musica: “Faccio dischi solo quando sento di avere qualcosa da dire. Non m’interessa fare musica solo per vendere qualcosa. Sade non è ancora il marchio di un oggetto commerciale”.

La promozione del suo nuovo e atteso lavoro, è avvenuta in modo del tutto insolito, tipico di una grande artista come lei: non ha voluto rilasciare nessuna intervista in cui annunciava il suo ritorno, ma si è limitata ad inviare tramite posta elettronica delle mail con le sue impressioni sulla sua ultima fatica.

Nonostante lei abbia dichiarato di essere una persona poco socievole, le sue canzoni contenute in Soldier of love, con il classico soul-pop che le contraddistinguerà anche questa volta, faranno da contorno all’interno dei tipici bar da aperitivi in cui probabilmente lei non andrebbe mai. Proprio circa il suo carattere e il suo stile di vita, la cantante afferma: “Non sono la persona più socievole del mondo. Di solito faccio cose come costruire, scrivere o curare il giardino. Adoro scavare; è così tangibile e reale. Mi sorprende sempre, per me è come l’alchimia. Pianti un semino e cresce qualcosa di incredibile. Fare musica è la stessa cosa: a volte mi chiedo da dove arrivi. Fondamentalmente, sono una ragazza di campagna”.

Gli Sade (come lei spesso chiama la sua band), hanno registrato le canzoni dell’ultimo album tra il 2008 e il 2009; oltre a brani in cui si evidenzia la voglia di diventare genitori, ce ne sono altri molto più malinconici, e in riferimento a questi, la cantante afferma che “la tristezza ben gestita porta alla felicità: ti libera e ti permette di lasciartela alle spalle. Le canzoni felici in realtà possono farti stare peggio. Non sono una depressa cronica, ma ho senz’altro un’inclinazione alla malinconia”.

Emanuela Longo