Alfano, un uomo tutto d’un pezzo

Angelino Alfano è un uomo tutto d’un pezzo. Quando passa davanti ai familiari delle vittime della casa dello studente, all’interno della sua auto blu, non si ferma e prosegue verso la Caserma della Scuola della Guardia di finanza, dove si svolge l’inaugurazione dell’anno giudiziario. Agli stessi familiari è stato quindi negato il permesso di assistere all’evento per motivi di sicurezza. Forse che la possibilità, nel caso fosse approvato il processo breve, di non avere giustizia per i propri morti possa generare tensioni? Probabilmente no, ma la sicurezza è la sicurezza e tutti vengono lasciati sotto la neve.

Quando il presidente della Corte d’appello Canzio legge la sua relazione, Angelino Alfano, uomo tutto d’un pezzo, passa il tempo a tirare fuori i polsini della camicia tenuti uniti da vistosi gemelli, quindi legge e manda sms con due diversi cellulari. Quando tocca lui, il Guardasigilli ribadisce l’impegno del Governo per la risoluzione dei problemi dell’Aquila e puntualizza sulla necessaria indipendenza della Magistratura, prona solo di fronte alla legge, ma sottolineando che le leggi le fa il Parlamento. Che poi le leggi possano limitare la suddetta autonomia e il ruolo della Magistratura, è un problema che Alfano non affronta.

Alla fine del suo intervento, quindi, alza il braccio “ora posso dichiarare aperto l’anno giudiziario“, ma mentre scende le scalette per tornare al suo posto, il presidente della corte puntualizza “fino a prova contaria l’anno giudiziario lo apre il presidente della corte, almeno fino a quando non ci sarà una riforma della giustizia”.

Alfano, che è uomo tutto d’un pezzo, si limita a sorridere senza riuscire a nascondere il rossore del viso.

Simone Cruso