Shutter Island, thriller psicologico tra psichiatria e crimine

Quattro mesi dopo la data prevista, “Shutter Island”, il nuovo film di Martin Scorsese, ha trovato la via delle sale. Arriverà nei cinema italiani il prossimo 5 marzo 2010, dopo un passaggio, fuori concorso, al Festival di Berlino. Rimandato per motivi commerciali (il budget Paramount dimezzato dalla crisi, l’indisponibilità degli attori a fare promozione in estate), il thriller psicologico di Martin Scorsese ha rischiato di trasformarsi in una storia senza fine.

Il film è tratto dal romanzo di Dennis Lehane (lo stesso autore di “Mystic River”), pubblicato in Italia con il titolo “L’isola della paura”. A differenza delle altre storie di Lehane, questa volta ci si sposta dalla periferia di South Boston e si attraversa il mare, restando però nel Massachusetts presso l’isoletta di Ahecliffe, sede del manicomio statale. Siamo negli anni Cinquanta e il film si apre con l’arrivo sull’isola dei detective Teddy Daniels (Leonardo DiCaprio) e Chuck Aule (Mark Ruffalo): i due devono investigare sulla misteriosa scomparsa di Rachel Solando, la paziente numero 67. Daniels si accorge che sul registro dell’ospedale risultano solo 66 detenuti, Solando compresa. Come se non bastasse scopre che nel carcere è prigioniero l’assassino di sua moglie. Intanto, una tempesta taglia le comunicazioni con l’esterno. Bloccato in questo luogo soffocante e tetro Daniels scoprirà che nulla è quello che sembra. Chi è il paziente numero 67? Sono le pillole per il mal di testa che gli ha offerto il medico a confonderlo o è qualcos’altro?

In “Shutter Island” Martin Scorsese si è dovuto confrontare con temi che non aveva ancora affrontato e con un’atmosfera che gli ha ricordato uno dei suoi film preferiti, “Il gabinetto del Dr.Caligari”. Per ricostruire le atmosfere claustrofobiche del romanzo, il regista italoamericano si è ispirato a Orson Welles e al suo “Il Processo”, tratto da Kafka. Ed è proprio un viaggio kafkiano quello del protagonista Teddy Daniels, che si dovrà confrontare non solo con gli orrori dell’ospedale psichiatrico, ma anche con i propri segreti, passando dal ruolo di inquirente a quello di indagato. «Nel passato del protagonista ci sono l’esperienza, come soldato, della liberazione del campo di concentramento di Dachau e la conoscenza degli orribili esperimenti di Mengele. Teddy ha visto, sa che c’è una scienza cattiva ed è diffidente», spiega Scorsese. Un ruolo difficile, per il quale il regista ha scelto l’attore che è ormai diventato una sorta di suo alter ego, Leonardo DiCaprio: è il quarto film che i due girano insieme, dopo “Gangs of New York”, “The Aviator” e “The Departed”. Con questo personaggio DiCaprio cercherà per l’ennesima volta di convincere i membri dell’Academy ad assegnargli l’Oscar che, per il momento, gli è sempre sfuggito.

Trailer in lingua originale

Maria Elena Tanca