Binetti: Questo Pd è un oggetto geneticamente modificato

“Il Pd si è avviato verso il fallimento e ormai non è più la formazione politica alla quale ho aderito”. Comincia così l’intervista che la teo-dem Paola Binetta rilascia a La Stampa per anticipare quello che tutti ormai considerano un inevitabile addio. Una volontà, quella della parlamentare cattolica, che appare ormai granitica e che giunge dopo lunga meditazione e attenta valutazione delle ultime mosse portate avanti dal Pd.

Quel che la Binetti non riesce proprio a digerire è, per esempio, il sostegno garantito a Emma Bonino per la candidatura alla presidenza del Lazio, che profilerebbe – a suo parere – una convivenza impossibile tra il “diavolo” e l'”acqua santa”. Non solo: l’appoggio alla leader radicale sconvolge, secondo la Binetti, il senso originario del progetto democratico: “Con questa candidatura – ha detto – il partito ha abdicato a ogni forma di leadership culturale, consegnandosi a quella radicale”.

E rincara: “Il Partito democratico – ha continuato – con la scelta fatta, si è consegnato a una cultura estranea alle stesse ragioni della sua fondazione, fallendo così nel suo obiettivo dichiarato, che era quello di mettere insieme una certa e radicata tradizione di sinistra, che aveva cari alcuni temi come la giustizia sociale, la povertà, l’ascensore sociale per tutti, e la matrice di stampo cattolico. Ecco – ha sottolineato la parlamentare – tutto questo non c’è. Anzi, nella percezione dell’opinione pubblica questa sintesi non si è mai realizzata provocando così solo disagio“.

Inevitabile, a questo punto, incalzarla sulla sua ipotetica futura collocazione politica: Rutelli o Casini? “Sia Rutelli che Casini – ha spiegato – con i loro partiti hanno come punto di convergenza la creazione di un grande centro; questo mi pare l’approdo più naturale. La mia prospettiva è certamente quella di un centro pulsante, vivo, più moderno. E da questo punto di vista – ha aggiunto la Binetti – mi auguro davvero che Rutelli e Casini si mettano insieme per dare via a una formazione capace di dire al Paese che c’è uno spazio e un luogo per pensare la politica in modo diverso. Mi sembra importante, non soltanto per me ma per tutti gli elettori”.

L’addio al partiro guidato da Bersani sembra davvero imminente: “Io ho chiesto di sapere – ha continuato la teo-dem – ma le risposte ancora non mi sono state date, se il Pd è ancora il Pd o è un oggetto geneticamente modificato. Se queste risposte non arrivano o saranno insufficienti ne trarrò le conseguenze“.

“Del resto – ha concluso la Binetti – la mia presenza in politica nasce come riaffermazione di certi valori, di certe convinzioni, ma soprattutto di una prospettiva per la realizzazione di questi principi”.

 Una via crucis, quella percorsa dalla parlamentare all’interno del Pd, che sembra incamminarsi verso l’ultima stazione: dopo la Crocifissione, per lei, si intravede la Resurrezione. Altrove.

Maria Saporito

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Siciliana di origine, romana d'azione, scrivo da anni occupandomi principalmente di politica e cronaca. Ho svolto attività di ufficio stampa per alcune compagnie teatrali e mi muovo con curiosità nel mondo della comunicazione. Insegnante precaria, sto frequentando un corso per insegnare italiano agli stranieri.