Regionali: Renzo Bossi, figlio del Senatur, candidato

 

Renzo Bossi, secondogenito del 'Senatur'

Alle prossime elezioni regionali un altro “figlio di” tenterà di entrare nel mondo della politica che conta. Renzo Bossi, figlio del Senatur, è candidato a un posto di consigliere della Regione Lombardia, per la sezione di Brescia, ovviamente in rappresentanza della Lega.

Roberto Castelli, viceministro alle Infrastrutture, per evitare polemiche, ha immediatamente precisato: “Niente a che vedere con altre candidature di figli, mogli o parenti vari che sono stati inseriti in liste bloccate, con la certezza di essere eletti. Il figlio di Umberto Bossi dovrà affrontare la campagna elettorale e ottenere le preferenze sufficienti. Credo che sia, per un ragazzo di ventun anni, un atto di coraggio di fronte al quale mi tolgo tanto di cappello”.

Il giovane è da tempo sotto i riflettori. L’essere “figlio di” ha reso nota ogni sua “marachella”, compresi gli insuccessi scolastici. Bossi junior è diplomato: un titolo di studio un po’ sofferto giunto al quarto tentativo con una votazione di 69/100.

Bossi senior ha sempre difeso e appoggiato il figlio, ma non gli ha nemmeno risparmiato qualche frecciatina: “Mio figlio un delfino? Per il momento è soltanto una trota”, un pesce che, tra l’altro meglio si sposa con le acque del tanto caro Po.

Inizialmente si era parlato, per il giovane Renzo, di un suo inserimento nel “listino bloccato” di Formigoni: in quel caso avrebbe potuto ottenere un ruolo da assessore anche senza il raggiungimento delle preferenze necessarie. Ma le condizioni sono cambiate e adesso Renzo dovrà conquistarsi la fiducia  dei cittadini bresciani, se vorrà entrare a far parte della squadra di Formigoni.

Per ora ci limitiamo a riportare qualche sua dichiarazione degna di nota.
“Mi sento padano, il tricolore per me non rappresenta una cosa importante, l’Italia è un Paese dove a un certo punto è arrivato un potere che ha detto: da oggi siete tutti italiani”.
“Di Roma non me ne frega nulla, mi interessa il territorio”.
“Io il conto non ce l’ho in un grande gruppo, bensì nella Banca di credito cooperativo di Busto Garolfo e Buguggiate, perché è più facile avere un rapporto diretto”.
“Non sarò mai io a chiedere di essere candidato, ma se un giorno il capo, per le mie competenze, me lo chiederà, sono pronto”.

Valeria Panzeri