Ieri mattina era apparso a sorpresa, sul sito ufficiale di Renata Polverini, l’annuncio della candidata del centrodestra per la presidenza del Lazio che spiegava la sua contrarietà alla costruzione di centrali nucleari sul territorio regionale.
“In tempi rapidissimi – ha scritto l’ex sindacalista – il Lazio diventerà energeticamente autosufficiente e in pochi anni andrà addirittura in surplus, esportando energia verso altre regioni. Pertanto ritengo che nel Lazio non ci sia bisogno di istallare nuove centrali nucleari“.
Anche lei, dopo Zaia candidato leghista per il Veneto, ha scelto di aderire alla “corrente” antinuclearista interna alla maggioranza, spaventata, probabilmente, dall’impopolarità dell’investimento sul nucleare fatto dal Governo.
Oggi, nel corso di una seduta del consiglio comunale, anche Alemanno si è detto d’accordo con la Polverini.
“Sono d’accordo – ha spiegato il sindaco di Roma – con quanto ha detto la Polverini: penso che il Lazio possa fare a meno del nucleare; […] mettendo in campo progetti per la produzione di energia alternativa il Lazio sarà in grado di produrre più energia di quanto ne consuma”.
Pronta la replica dell’attuale maggioranza regionale.
“Mi sembra – spiega in una nota, vicepresidente della Regione Lazio, Esterino Montino – che la Polverini non abbia detto ‘no’ al nucleare, ma semplicemente che non servono centrali nel Lazio, come d’altra parte avevano già fatto Formigoni, Cappellacci o Lombardo. Una scappatoia, un artificio dialettico per dire, come al solito, nulla o quasi. La questione su cui la Polverini invece deve rispondere, se vuole essere credibile, è se considera giusto o sbagliato il progetto nucleare del governo”.
Si affida all’ironia, invece, Emma Bonino, da tempo esponente di spicco dello schieramento “No Nuke”, promotrice anche dello storico referendum del 1987 insieme ai movimenti ambientalisti.
“Scopro ora che la Polverini non vuole il nucleare. E’ fantastico. Ieri però glielo poteva pure dire a cena a Berlusconi. Magari sarebbe stato contento. […] (Le centrali, ndr) non si sa dove le vorrà mettere, forse nelle regioni dove non governa”.
Secondo i sondaggi degli ultimi giorni, intanto, la candidata radicale rimane in vantaggio sulla Polverini, con uno scarto compreso fra lo 0,5 e il 2%.