Tartaglia ed il rinvio a giudizio: si chiederà il rito abbreviato?

Milano, 12 maggio. Rinviato a giudizio Massimo Tartaglia, l’uomo che lo scorso 13 dicembre ha aggredito Silvio Berlusconi subito dopo un comizio tenuto in piazza Duomo a Milano. Il processo a carico di Tartaglia avrà luogo il 7 maggio, come deciso dal gip di Milano Cristina Di Censo.

Tartaglia dovrà comparire davanti al giudice monocratico della quarta sezione penale di Milano, dopo che il giudice per le indagini preliminari  ha accolto la richiesta di giudizio immediato presentata dallo stesso procuratore capo aggiunto Armando Spataro.

Tartaglia si trova dallo scorso dicembre, dopo un primo provvedimento di reclusione nek carcere di San Vittore, agli arresti domiciliari in una comunità terapeutica, essendo stato riconosciuto come affetto da diversi disturbi mentali. Le accuse a suo carico sono quelle relative al reato di  lesioni gravi, con le aggravanti della premeditazione e del fatto che la persona offesa, in qualità di presidente del Consiglio, era un pubblico ufficiale.

Questo genere di procedimento giudiziario è quello favorevole in misura minore, secondo un certo punto di vista, agli interessi di Tartaglia, e non è, in concreto, ancora sicuro il fatto che le cose stiano per svolgersi proprio in questo modo. A questo punto, infatti, i legali dell’aggressore di Silvio Berlusconi, contro cui, come ricordiamo, l’imputato scagliò pubblicamente una statuetta rappresentante il duomo di Milano, hanno a disposizione 15 giorni di tempo per chiedere l’eventuale accesso a riti alternativi, oppure convenire con la decisione fin qui presa, e decidere di andare a giudizio secondo il rito ordinario il prossimo 7 maggio, come da udienza fissata dal Gip. Ma appare, a questo punto della situazione, piuttosto probabile che si voglia procedere per la richiesta di rito abbreviato, sulla base dei problemi psichiatrici dell’aggressore.

Per quanto riguarda il danno subito, in concreto, dallo stato di salute del Premier a seguito dell’avvenuta violenza, i consulenti della Procura, lo scorso lunedì, hanno provveduto a depositare la relativa relazione sugli accertamenti svolti sul volto del premier, a verifica dell’esatta prognosi, definita in un periodo di tempo tra i 20 ed i 40 giorni, e l’eventuale esistenza di danni permanenti in seguito all’aggressione, come l’indebolimento dell’apparato della masticazione. Secondo la relazione ufficiale, i danni effettivamente accertati sono da considerarsi in misura molto minore rispetto alle prime notizie che erano trapelate dopo il fatto.

Sandra Korshenrich