E’ un’operazione che rimanda agli scenari descritti da Geoge Orwell nel suo indimenticato “1984” quella che è stata battezzata ieri a Roma dal sindaco Alemanno e da altri esponenti istituzionali in piazza di Giovanni da Vezzano, zona Ostiense. Si chiama “Sala Sistema Roma” ed è il nuovissimo occhio bionico che vigilerà sulla Capitale: un sistema di oltre 5 mila telecamere puntate su 300 siti sensibili della città.
Massima attenzione sarà rivolta ai musei, ai monumenti, alle stazioni ferroviarie, ai parcheggi e a tutte quelle zone considerate “a rischio sicurezza”. Il “Grande Fratello” capitolino – che già ci guarda con 5.400 telecamere funzionanti – verrà potenziato il prossimo mese con la sistemazione di dieci nuove telecamere in altrettante volanti della polizia municipale e altre dieci da installare sugli autobus dell’Atac.
L’iniziativa, prevista dal Patto per Roma sicura, siglato nel 2008, prevede un finanziamento di partenza stimabile intorno ai 250 mila euro. Nulla è affidato al caso nella “Sala Sistema Roma” che sarà vigilata da 4 operatori per ogni turno che dovranno coprire ininterrottamente il servizio di maxivigilanza metropolitana. I loro occhi saranno costantemente puntati su 6 monitor e, per evitare distrazioni, gli architetti dello spazio inaugurato ieri hanno deciso di affidarsi alla cromoterapia che indica nei colori giallo e verde le tinte che, più delle altre, favoriscono la concentrazione. I sei solerti operatori saranno affiancati anche da due vigili urbani e da due addetti dell’Atac.
“L’obiettivo finale – ha spiegato il sindaco, Gianni Alemanno – è quello di avere un maggior controllo sul territorio e sempre meno personale ai presidi fissi, da utilizzare per compiti di polizia. La Municipale garantirà i cittadini anche sul versante della privacy“.
“Per la Capitale più bella del mondo – ha detto il sottosegretario all’Interno, Alfredo Mantovano – è un passo avanti verso la sicurezza integrata, ormai il principale modello di gestione del territorio”. Ma il commento più entusiastico è arrivato ieri da Fabrizio Santori, presidente della commissione Sicurezza del Comune di Roma. “L’accensione dei monitor della Sala Sistema – ha scritto in una nota – consentirà alla città di Roma di compiere un passo notevole per colmare quel gap tecnologico che la metteva in coda alle principali Capitali europee sul piano della sorveglianza integrata. A Londra, infatti – ha precisato Santori – si contano circa 100 mila telecamere in rete e a Parigi 64 mila”.
“Questo è solo il primo passo di un grande progetto – ha continuato il presidente della commissione Sicurezza di Roma – che permetterà di realizzare una rete di collegamento tra le forze dell’ordine, la polizia municipale, le aziende partecipate, gli enti e i dipartimenti del Comune di Roma non solo per condividere il patrimonio informativo, ma per favorire – ha concluso Santori – il coordinamento degli interventi e delle risorse prevenendo degrado e insicurezza”.
In attesa dell’annunciato potenziamento del sistema di videosorveglianza, non ci resta che recuperare dagli scaffali il capolavoro di Orwell, per rileggere i passi salienti del suo profetico romanzo: “La guerra è pace/ La libertà è schiavitù/ L’ignoranza è forza”.
Maria Saporito