L’Asia è il paese più colpito al mondo dal virus dell’epatite B. Questo secondo le stime dell’Asian Pacific Association for the Study of the Liver (Apasl), che apre oggi i battenti a Pechino. Secondo il bilancio sarebbero oltre 260 milioni i malati di epatite cronica nel mondo e l’Asia ne ospiterebbe ben oltre il 75%. Il 50% sarebbero distribuiti nella sola Cina e nell’India ed in tutto sarebbero più di 350.000 le morti annuali, dovute al virus, nel solo continente asiatico.
Queste cifre da brivido toccano problemi altrettanto drammatici e complessi da risolvere. Innanzitutto quello dell’immigrazione. Basta pensare che gli asiatici rappresentano il 16% della popolazione immigrata nell’Unione Europea. Se a questo dato si aggiunge il fatto che gli immigrati nel vecchio continente provenienti da regioni asiatiche altamente endemiche hanno una probabilita’ fino a 90 volte piu’ elevata di sviluppare epatite B cronica, rispetto alla popolazione nativa, il campanello dell’allarme inizia a suonare insistentemente.
Un altro nodo molto complicato da sciogliere è quello legato alla soluzione medica ed economica di tale problema. Per curare l’epatite B, nel mondo, viene speso 1 miliardo di dollari l’anno (circa 734 milioni di euro). Nella sola Repubblica Popolare Cinese, invece, ne vengono spesi addirittura 900 miliardi di Yuan, che corrispondono ad oltre 93 milioni di euro. Oltre a mettere a disposizione queste grosse cifre, il governo cinese, sta comunque tentando altri interventi su più fronti: è stato ideato un piano di quattro anni per combattere l’epatite attraverso una maggior prevenzione e attraverso la riduzione della prevalenza. I due obiettivi fondamentali del programma sono la riduzione dei tassi di infezione e di quelli di mortalità legati al virus dell’epatite B e alle sue complicanze quali cirrosi e cancro al fegato. Qualche passo in avanti è stato fatto. Basta pensare che dal 1992 al 2006 il tasso di infezione è sceso dal 9,2 al 7,2%.
Ulteriori passi in avanti sono stati fatti nel 2002 con l’inclusione del vaccino nel programma di immunizzazione nazionale per i bambini, diventato poi gratutito per la totalità dei neonati nel 2005 e con l’attivazione, nel 2009, di un programma addizionale di vaccini per i nati tra il 1994 ed il 2002.
di Roberto D’Amico