Caso Cucchi: per i periti Stefano morì per le botte ricevute

A ucciderlo non sarebbe stata la disidratazione indicata dai bollettini medici, ma le botte subite. E’ questa in sintesi la convinzione ufficializzata oggi, nel corso di una conferenza stampa indetta alla Camera dei Deputati, dai periti nominati dalla famiglia Cucchi per fare luce sulla morte di Stefano. Una conclusione a cui gli esperti Vittorio Fineschi e Cristoforo Pomara sono giunti dopo aver attentamente esaminato le carte che riguardano  il giovane morto all’ospedale Pertini di Roma lo scorso 22 ottobre.

Dai loro riscontri risulta, infatti, che il decesso di Stefano è da attribuirsi a un “cedimento cardiaco connesso con le entità traumatiche ricevute“. Come dire che il corpo “gracile ma sano” del ragazzo non ha retto alle botte ricevute durante il pestaggio avvenuto il 16 ottobre e che la sua morte è stata concausata dalla mancanza di cure adeguate da parte dei medici.

“Abbiamo divulgato alla Camera – ha detto oggi Ilaria Cucchi, sorella del giovane fermato per droga e mai più ritornato a casa – la perizia dei nostri consulenti da cui emergono verità scientifiche incontestabili, differenti da quelle che abbiamo sentito finora. Stefano non è morto per disidratazione. Fino al momento dell’arresto stava benissimo. Se non avesse subito un pestaggio – ha continuato Ilaria Cucchi – non sarebbe mai arrivato al Pertini dove è stato lasciato morire. Ritengo che il pestaggio e le lesioni riportate abbiano potuto influire sulla sua morte e questo lo dimostreremo. Le colpe dei medici ci sono, sono gravissime – ha concluso la sorella di Stefano – ma ci sono anche quelle di chi ha operato questo pestaggio“.

Un pestaggio che, secondo la ricostruzione effettuata dai periti, si sarebbe svolto tra le 13 e le 14 del 16 ottobre nei sotterranei del Tribunale di piazzale Clodio e che avrebbe causato la frattura della vertebra L3 e diverse contusioni al volto.  “Alle 16.35 – ha precisato il professor Cristoforo Pomara – quando viene visitato a Regina Coeli e viene trasferito al Fatebenefratelli in ambulanza, vengono riscontrate tumefazioni del volto, ecchimosi alla zona coccigea e deambulazione impossibile“.

“Stefano – ha aggiunto il secondo esperto consultato dalla famiglia Cucchi, Vittorio Fineschi – viene trovato morto per un edema polmonare causato dal cedimento del cuore provocato dai traumi e dalle condizioni post-traumatiche. E’ stato un cedimento progressivo: basti pensare – ha concluso – che il suo ritmo cardiaco era di 49 battiti, mentre normalmente sono 60-80 al minuto”.

Maria Saporito