Islanda, rischio nuova eruzione: 800 persone evacuate

Il vulcano situato all'interno del ghiacciaio Eyjafjallajokull, nell'Islanda meridionale

Una nuova eruzione potrebbe verificarsi presto in Islanda, nella stessa zona di quella avvenuta lo scorso 21 marzo.

Per questa ragione, circa 800 persone sono state evacuate questa mattina. Lo ha riferito alla stampa Baldur Sigurdsson, un portavoce della polizia. Lo stesso funzionario ha inoltre aggiunto che “tutte le strade sono chiuse e un elicottero si è appena alzato in volo per verificare se è in atto un’eruzione”. Una situazione che appare sotto controllo e che le autorità stanno gestendo al meglio.

Il vulcano, situato nelle vicinanze del ghiacciaio Eyjafjallajokull, a sud dell’Islanda, a circa 125 chilometri dalla capitale Reykjavik, potrebbe eruttare nuovamente nelle prossime ore. Infatti, nell’area circostante sono state avvertite nella mattinata lievi scosse di terremoto, un avviso che solitamente preannuncia il ritorno all’attività eruttiva del vulcano. Infatti, scientificamente ciò è dovuto alla pressione del magma che spinge in profondità per arrivare in superficie.

Rognvaldur Olafsson, capo ispettore della Protezione Civile islandese, ha dichiarato che le pesanti nubi che affollano in questo momento il cielo islandese non permettono ai geologi di determinare con esattezza cosa stia accadendo o se si stia già verificando una qualsiasi attività.

Rispetto alla precedente eruzione, il timore è lo stesso: il possibile scioglimento della parte ghiacciata della montagna. Nella precedente occasione l’eruzione è fortunatamente avvenuta in basso, tuttavia adesso che il ghiaccio ricopre il vulcano potrebbe verificarsi un’improvvisa inondazione.

Tuttavia stavolta verrà prestata maggiore attenzione a quelle persone coraggiose che vorranno assistere da vicino allo straordinario spettacolo della natura. A tutti sarà vivamente sconsigliato di fermarsi nei pressi del ghiacciaio. Infatti, in occasione del precedente evento due persone erano decedute, perché volevano assistere da distanza ravvicinata all’eruzione, ma non erano attrezzati per resistere al freddo gelido e alle bassissime temperature.

Chiamato Fimmvrduhals, il vulcano riposava da quasi 200 anni, infatti prima di quella dello scorso 21 marzo, l’ultima eruzione registrabile si era verificata nel lontano 1823. L’impressionante faglia, una frattura larga più di 800 metri, ha ricominciato nella giornata odierna la sua attività, sempre più intensamente.

L’Islanda è una nazione di 320mila abitanti situata in un punto caldo della dorsale atlantica. Queste considerazioni spiegano la sensibilità della zona al verificarsi di eventi sismici o vulcanici e la conseguente preparazione delle autorità nella gestione di tali accadimenti, all’avanguardia rispetto a numerosi altri paesi.

Emanuele Ballacci