Niente. Non ci va. Lucia Annunziata aggira le perifrasi, la metafora, lesta in bocca: federalismo. Ma nulla: il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli alle celebrazioni per il 150esimo dell’Unità d’Italia non ci vuole andare. Non vedendone il motivo. E l’ha fatto durante la trasmissione domenicale della Annunziata, “In Mezz’ora“. Ad Amedeo di Savoia – Aosta pare non sia andata giù. Già: “Peccato per Calderoli, l’Unità d’Italia partì dal Nord“.
“Abbiamo cominciato molto bene, c’era addirittura un comitato per il 150esimo dell’Unità d’Italia e Ciampi era la persona più adatta a presiederlo. Ma ora il ministro Calderoli dice che addirittura non vuole partecipare, ed è un gran peccato perchè la Lega è un partito molto forte al Nord”. Perchè “in fondo, tutto è partito dal Nord”, commenta, con l’amaro in bocca. Titolo nobiliare all’occhiello.
Prosegue: “Credo che bisognerebbe fare qualcosa di più, perchè l’Unità d’Italia è stata un enorme sforzo e ci sono stati moltissimi caduti” – aggiunge Amedeo di Savoia – Aosta, che non vuole scordare Mazzini. Ci tiene. Mai che passi in secondo piano, proprio nell’anno delle celebrazioni dei 150 anni: “Mazzini non ha bisogno di un Savoia per essere ricordato”, dice. “Credo che si potrebbe fare di più”.
“Si preferisce parlare di decentramento fiscale e politico e questo 150esimo dell’Unità d’Italia viene tenuto in sordina con la scusa della crisi. L’idea di uno stato federale faceva già parte del disegno risorgimentale”. Quanto al più noto e catodico consanguineo, non rinuncia alla frecciata. “Emanuele Filiberto si è dedicato allo spettacolo e quindi a questo non pensa. Nei prossimi giorni mi attiverò per creare un comitato o farò un appello alle istituzioni affinché si faccia qualcosa”. E quel “si” solleva il Filiberto dalla questione.
Vincenzo Marino