USA: riforma finanziaria al voto in Senato

 

La drastica riforma di Wall Street è andata nei primi posti dell’agenda politica di Barack Obama dopo lo scoppio della crisi finanziaria iniziata nel 2008, i cui effetti si fanno tuttora sentire negli Stati Uniti e in gran parte del mondo.

Oggi il Senato dovrà votare il disegno di legge che cercherà di mettere ordine nel “selvaggio” mondo nella finanza statunitense.

La votazione non sarà priva di ostacoli. Infatti al Senato i democratici hanno 59 voti, mentre gli avversari repubblicani ne controllano 41.

I numeri sono importanti per risolvere una questione procedurale, che ieri era ancora irrisolta. Bisogna decidere se gli emendamenti potranno passare con 50 oppure con 60 voti. In quest’ultimo caso, per i democratici sarà più difficile modificare il testo; nel secondo però si aprirebbero possibilità di introdurre cambiamenti anche per i repubblicani.

La dichiarazione di Harry Reid, democratico portavoce del Senato, che ha detto che la questione sarà gestita volta per volta, potrebbe rendere complesso l’iter della riforma.

Dopo sei mesi di discussione e confronto tra i due partiti, guidati dalla Commissione finanziaria presieduta da Christopher Dodd, si è giunti a un testo di circa 1.600 pagine.

 La senatrice Barbara Boxer ha proposto un emendamento che potrebbe incontrare l’appoggio di parte dell’opposizione repubblicana e, soprattutto, ampia approvazione da parte dell’opinione pubblica.

 

Mentre l’amministrazione guidata dall’ex presidente George Bush aveva offerto un importante aiuto per salvare società come Bank of America e Citigroup, Barbara Boxer vuole introdurre un’inversione di tendenza.

Il suo emendamento chiede che i soldi dei contribuenti non possano essere usati per salvare società finanziarie in crisi.

Il concetto di una maggiore responsabilità è stato spesso ribadito da Obama, anche in recenti interventi.

In attesa del prossimo discorso che il presidente terrà a Washington sui temi cruciali della ripresa economica del Paese e dell’occupazione, può essere utile ricordare quello tenuto a fine aprile nella cittadina di Quincy, in Illinois.

Obama ha affermato di essere sensibile alle preoccupazioni di chi, anche prima dello scoppio della crisi, aveva manifestato le proprie difficoltà a vivere dignitosamente.

In città come Quincy il sogno americano è nato, ha ricordato Obama, ma ora qui come nel resto del Paese sono arrivati “tempi duri”.

Consapevole di essere stato votato da molti cittadini come simbolo di cambiamento, Obama si trova a far fronte alle promesse espresse durante la campagna elettorale.

La speranza di un futuro migliore è stata troncata dalla crisi nata dall’irresponsabilità congiunta di politici e esponenti del mondo della finanza.

Obama ritiene che la riforma in discussione sarà fondamentale per la ripresa degli Stati Uniti.

L’alto grado di “sofisticazione” raggiunto dalla finanza e dai suoi prodotti, però, potrebbe richiedere molto di più di un limite agli eccessi, che l’incondizionata fiducia nel mercato aveva alimentato.

 

L.D.