Il terziario in Italia argina la caduta

Il Rapporto Unioncamere 2010 evidenzia come il terziario contiene la caduta dell’occupazione compensando le difficoltà dell’industria.

Secondo i ricercatori di Unioncamere, gli effetti della crisi, anche nel 2010, si faranno sentire in misura più evidente sulle imprese industriali -2,5% rispetto al terziario -0,7%. Male le costruzioni, stenta il manifatturiero, tengono i servizi, dove si registrano addirittura variazioni positive, anche se minime, nei servizi sanitari privati e nell’informatica e telecomunicazioni. Continuano in particolare le difficoltà tra le aziende specializzate in alcune produzioni del made in Italy come il sistema moda, l’arredamento, i beni per la casa e il tempo libero.
Frena nel 2010 l’emorragia di posti di lavoro: sono 830.000 le assunzioni previste per quest’anno dalle imprese italiane, 50.000 in più di quelle messe in conto nel 2009. Il saldo tra entrate e uscite tuttavia è negativo: -1,5% il calo atteso per l’occupazione nei 12 mesi, migliore del 2009 (-2%).

Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi commenta come questi dati descrivano un progressivo aumento del peso del terziario in Italia: “Ma credo che ciò non significhi rinuncia piuttosto accompagnamento della dimensione manifatturiera consentendole di crescere in termini di valore aggiunto e di fasce di mercato raggiungibili”. Non è oltretutto l’unico cambiamento che si sta concretizzando con la crisi economica. In un quadro di generale difficoltà, il mercato del lavoro si sta orientando in misura più spiccata verso le assunzioni qualificate – dirigenti, impiegati specializzati, tecnici laureati – con la quota di lavoro a tempo indeterminato che cresce rispetto ai contratti a termine.
Per Sacconi la rilevazione di Unioncamere dimostra che “la ripresa si sta manifestando, ma in modo discontinuo, con variabili che possono interromperla”. Per questo “la prima politica di crescita, anche per l’occupazione, è la stabilità e la disciplina di bilancio”. Una stoccata al “piano di spesa” appena avanzato dalla Cgil al congresso di Rimini. “Forse, dice Sacconi, da parte di qualcuno non c’è ancora la piena consapevolezza del contesto in cui ci troviamo”.

Diana de Angelis